“L’11 ottobre le studentesse e gli studenti scenderanno in tutte le piazze d’Italia per gridare che “NON C’E’ PIU’ TEMPO”, per rivendicare risposte ai problemi sociali di questo paese e la tragica situazione che vive l’istruzione pubblica. Il Collettivo Studentesco Antonio Gramsci aderisce alla manifestazione indetta dall’Unione degli Studenti promuovendo un corteo studentesco a Oristano.
Finora l’unica risposta alla crisi che sta attraversando il nostro paese è stata la retorica del “non c’è alternativa”, ribadita sia dal governo Monti, sia da quello Letta. La situazione di Scuola e Università è rimasta immutata, anzi in occasione del meeting di Comunione e Liberazione il ministro Carrozza ha ribadito che anche quest’anno non mancheranno i fondi per le scuole paritarie. Tutto ciò è segno di una politica volta solo a mantenere lo status quo o a favorire l’interesse di banche, grandi investitori e imprese, incapace invece di cogliere le istanze delle fasce più deboli della popolazione e di affrontarle come le vere emergenze del Paese. In questa maniera la democrazia è bloccata, vittima di una torsione oligarchica e paralizzata dalle scelte liberiste di una classe dirigente sorda ad ogni proposta. Le istanze dei giovani e degli studenti, che in questi anni si sono visti mettere sotto scacco i diritti fondamentali, quello allo studio e ad un lavoro dignitoso in primis, rimangono pertanto tagliate fuori dal dibattito pubblico. La spesa pubblica in ambito di istruzione è ferma al 4,9% del PIL contro una media nord europea che arriva a sfiorare l’8%. Inutile dire che i 400 milioni di euro stanziati sono insufficienti a sanare il buco dei 10 miliardi di tagli degli ultimi anni. Ma ciò che colpisce di più è che di fronte a questa grave situazione in cui riversa la scuola pubblica, lo Stato continui ad elargire finanziamenti alle scuole paritarie, per ben 500 milioni di euro. Senza parlare delle spese inutili che continuano a susseguirsi per le grandi opere pubbliche e militari. Il rapporto su sicurezza, qualità e accessibilità scuola redatto da Cittadinanzattiva indica che il 39% degli edifici scolastici presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato, segno evidente dei danni prodotti dalla politica dei tagli: aule sovraffollate, personale insufficiente, scarsissima manutenzione.
Noi che crediamo nella scuola come mezzo di emancipazione e liberazione sociale respingiamo al mittente ogni attacco alla scuola pubblica e ogni tentativo di privatizzazione e aziendalizzazione del sistema scolastico. Abbattere i finanziamenti alla scuola così come perseverare nel non reintegrarli significa non concepire l’istruzione come via d’uscita dalla crisi, ma come un laboratorio avanzato per l’azzeramento dei diritti e la chiusura degli spazi di democrazia, nell’ottica di conservare l’impostazione classista della nostra società.
CHIEDIAMO
Nuovi investimenti sulla scuola pubblica
Abolizione buono scuola
Una legge nazionale sul diritto allo studio
Un sistema di trasporti meno costoso e meno carente
Approvazione dello statuto degli studenti e delle studentesse in stage
Abolizione del voto di condotta
L’apertura delle scuole fino a sera e un’aula autogestita disponibile in ogni scuola
Un servizio di mensa scolastica o un sistema di buoni pasto per migliorare le condizioni dei pendolari che rimangono a scuola fino al pomeriggio
Maggiori finanziamenti per i corsi di recupero
Abolizione immediata degli INVALSI
Wi-fi libero
Riconoscimento del referendum studentesco come unico mezzo di affermazione studentesca
Vogliamo una scuola alla nostra altezza per costruire un’alternativa di sviluppo non più rimandabile
NON C’E’ PIU’ TEMPO!! #11O”