La trama (con parole mie): 1916.Siamo sulla linea di trincea francese nel pieno del primo conflitto mondiale. Le alte sfere dello Stato Maggiore transalpino vorrebbero che gli uomini del battaglione 710 conquistassero il Formicaio, assembramento tedesco molto ben protetto ed in posizione strategica in un paio di giorni per mostrarsi sicuri agli occhi della stampa e dell'opinione pubblica.Il Colonnello Dax, comandante in campo del 710, obbedisce agli ordini del suo generale nonostante sia ben conscio del quasi certo insuccesso della missione: quando, com'era prevedibile, i soldati francesi battono in ritirata a seguito delle numerose perdite, lo stesso Stato Maggiore decide di punire il presunto atto di codardia facendo scegliere agli ufficiali in comando tre soldati da giustiziare come esempio.Il Colonnello Dax, avvocato penalista da civile, si oppone strenuamente alla decisione dei suoi superiori e lotta per difendere gli sfortunati militi scelti di fronte alla Corte Marziale.
Sono passati cinquantasei anni, dall'uscita di Orizzonti di gloria, il film che consacrò Kubrick agli occhi non soltanto della critica - che l'aveva già ampiamente notato - ma anche del grande pubblico e dello stardom hollywoodiano che così poco gli regalerà nel corso della sua carriera - mai un Oscar, ricordiamolo bene, per quello che è indiscutibilmente uno dei registi più grandi della Storia del Cinema - e che ebbe nella persona di Kirk Douglas il primo, grande sostenitore "di nome" del Maestro, eppure la sua forza dirompente e la sua attualità risultano praticamente inalterate.
Quello che, senza se e senza ma, rappresenta l'equivalente cinematografico del Capolavoro letterario E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo - vittima illustre dell'epoca maccartista e grande teorico dell'antimilitarismo -, è ancora oggi, nel pieno del nuovo millennio, un titolo inarrivabile nell'ambito del Cinema di pace, più che di guerra, che sarà eguagliato decenni più tardi da La sottile linea rossa di Terrence Malick: ma Orizzonti di gloria non è soltanto uno straziante grido di denuncia contro gli abusi del sistema dell'Esercito e soprattutto del Potere, una pellicola di profonda rottura per i tempi - il soldato che schiaffeggia il prete venuto a "dargli conforto" prima dell'esecuzione incontrerebbe ostacoli con la censura perfino ora - ed un film commovente quanto doloroso, ma anche un saggio di tecnica sopraffina, dall'assalto al Formicaio del 710 ai carrelli vertiginosi all'interno delle trincee, dall'eleganza della fotografia al piano sequenza da salotto costruito in apertura attorno ai due generali che decideranno con le loro posizioni il destino dei soldati semplici mandati al massacro per una Gloria che è mera soddisfazione dell'esercizio delle loro posizioni e di un ego gigantesco.
Del resto, con questo suo terzo titolo Kubrick comincia ad esplodere il suo immenso talento, riuscendo ad unire cura maniacale dei dettagli e perfezione tecnica ad uno script di profondità disarmante, opera dello stesso Stanley di tutti noi come sempre coadiuvato da Jim Thompson e Calder Willingham, in grado di passare da momenti di struggimento - le ultime ore dei soldati, la loro esecuzione - ad un tono grottesco che avrebbe fatto impazzire di soddisfazione Bunuel tratteggiando gli elementi di potere dell'esercito come damigelle preda di capricci del momento neanche fossero le più sofisticate tra le cortigiane: dal generale Broulard con i suoi giochetti da eminenza grigia al suo ambizioso collega responsabile dell'attacco suicida e disposto addirittura a bombardare gli uomini per spronarli a non ritirarsi nel corso dell'offensiva contro il Formicaio, senza contare la fucilazione del prigioniero ormai in fin di vita, assicurato alla barella, ed il tenente che determina il suo capro espiatorio in base a vecchi rancori dei tempi della scuola, tutto pare venato di un umorismo nerissimo e spietato, in grado di rendere ancora più acuta la riflessione dell'intera opera.
Ovviamente i problemi con la censura - specialmente in Francia - furono molteplici, e se non fosse stato per l'ingerenza di Douglas anche gli States avrebbero rifiutato una distribuzione, segno che l'innovazione del Nostro era già nella prima parte della sua carriera scomoda per molti: questo, comunque, non fermò Kubrick che proprio grazie allo stesso Douglas e a questo Capolavoro staccò il biglietto per la notorietà ed ebbe l'occasione di affrontare l'audience delle grandi occasioni con il successivo Spartacus, che avrebbe comunque realizzato donando la sua impronta anche ad un genere che avrebbe in seguito praticamente "ripudiato".
Ma questa è un'altra storia.
Quella di oggi è legata ad Orizzonti di gloria, che forse molti non conosceranno quanto i successivi Capolavori di Kubrick, ma che è, di fatto, la prima grande traccia della sua grandezza, dalle esplosioni della battaglia alle ferite profonde di un finale straziante e ribollente di speranza.
Imperdibile.
MrFord
"Occhi di bosco contadino del regno profilo francese occhi di bosco soldato del regno profilo francese e Andrea l'ha perso ha perso l'amore la perla più rara e Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura."Fabrizio De Andrè - "Andrea" -