Anche se la Cina ha recentemente strappato il primato all'India come principale consumatore d'oro del mondo nel 2013, quest'ultima ha consumato la bellezza di 987 tonnellate di metallo giallo.
L'oro in India è molto popolare anche perchè è considerato di buon auspicio per feste e matrimoni. Per la popolazione indiana, l'oro è una sicurezza sociale e un'assicurazione finanziaria al punto tale che il governo, per limitare la fame di oro dei propri cittadini, ha aumentato tre volte durante il 2013 i dazi sulle importazioni di metallo giallo.
Attualmente, il dazio ha raggiunto il 10% ma le importazioni illegali, durante lo scorso anno, hanno sfiorato le 200 tonnellate. Il contrabbando di oro non è un fenomeno nuovo per l'India, un paese che produce soltanto 3 tonnellate di metallo all'anno.
Ma l'India ha una lunga e importante tradizione anche come produttore d'oro. Il metallo prezioso veniva estratto a Kolar Gold Fields fin dai tempi delle antiche civiltà che popolavano la valle dell'Indo.
L'estrazione su larga scala iniziò soltanto nel 1850, sotto il dominio britannico e continuò fino al 2001, quando le miniere di Kolar Gold Fields furono chiuse a causa del quasi esaurimento del giacimento e dei costi di estrazione troppo elevati. Tuttavia, sono allo studio dei progetti per riattivare le miniere.
Le uniche miniere ancora operanti sono Hutti, Uti e Hirabuddini.
A Hutti opera la Hutti Gold Mines, una società di proprietà governativa. L'azienda impiega un innovativo metodo di estrazione, messo a punto con l'Indian Institute of Science di Bangalore, ossidando i solfuri con dei batteri che liberano l'oro. Un vero e proprio bioreattore che produce anche altri metalli preziosi, come per esempio l'argento, entrato in funzione nel 2011.
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