Recensione
Più che un thriller "finanziario" – da preferire al termine "economico" che si legge sulla prima riga della trama, perché sembra riferirsi al prezzo di copertina del libro anziché al genere - Oro nero di Dominique Manotti può essere definito “storico”, perché le vicende iniziano a svolgersi nel 1972, quando lo Scià di Persia, Reza Pahlavi, stava per revocare le concessioni di sfruttamento delle riserve petrolifere detenute dalle società straniere e con cui stabilì nuovi accordi per la vendita del greggio.
Un romanzo complesso, pieno di personaggi di cui si fa una certa difficoltà a ricordare funzioni e nomi (peraltro in gran parte italiani), inserito in avvenimenti storici troppo vicini per essere stati oggetto di studio a scuola e di cui, pertanto, specie i più giovani, probabilmente poco conoscono.
Tutto il romanzo si basa sull’attività di Michael Frickx, dirigente della CoTrade, società di compravendita di minerali, che, intuito per tempo - non si dice però su quali basi -, l’aumento esponenziale che avrebbe avuto da lì a poco il prezzo del greggio, fa di tutto per entrare nel mercato del petrolio. Aveva da tempo creato appositamente una catena di società insieme ad un socio, Maxime Pieri, ricco uomo d’affari ed ex boss della malavita, impegnato nei trasporti marittimi. Michael Frickx, che ha sposato la nipote di un ricchissimo magnate di una grossa compagnia di miniere sudafricana, non ha scrupoli ad eliminare chiunque possa essere di ostacolo alle sue mire. Egli è convinto che nessuno possa far risalire a lui gli omicidi di cui è il mandante, dato che a Marsiglia si sta svolgendo un regolamento di conti fra bande di narcotrafficanti e i morti ammazzati sono all'ordine del giorno.
Anche gli agenti di polizia agiscono disinvoltamente al di fuori della legge; d'altronde, se così non fosse, in considerazione degli ostacoli alle indagini poste dalle autorità asservite ai politici, sarebbe impossibile per la polizia arrivare a scoprire la verità, non fosse altro che per far partecipe il lettore -che conosce solo il nome del mandante degli omicidi-, del ragionamento svolto dagli investigatori per giungere alla comprensione degli avvenimenti.
Un noir amaro, quindi, che vede la giustizia asservita alla politica e la cui caratteristica maggiore è che il protagonista, Theodore Daquin, è un commissario di polizia omosessuale che non ha ritenuto opportuno fare outing, sia perché i tempi non erano maturi, sia per l’ambiente macho in cui lavora. Egli viene trasferito da Parigi a Marsiglia dove viene considerato un estraneo e per questo malvisto, quando non apertamente osteggiato, da alcuni colleghi.
È lui ad essere incaricato delle indagini sull’omicidio Pieri, socio di Frickx, e sugli altri delitti ad esso collegato che si verificheranno in seguito.
Per quanto l'intreccio sia complesso, la caratterizzazione dei personaggi manca di spessore, tanto che in qualche momento viene da chiedersi se, più che un romanzo, sia un saggio di fantapolitica basato sugli interessi delle grandi potenze nel settore petrolifero.
Quando però si legge sulla copertina che:la francese Dominique Manotti probabilmente sta al genere difficile e raro del giallo finanziario come John Le Carré sta alla Spy story l'affermazione non è da prendere troppo sul serio. Che l'autrice possa avere competenze in ambito finanziario non lo si mette in dubbio, ma che queste conoscenze traspaiano nel romanzo è un'altra questione, non fosse altro perché la materia diventerebbe ostica alla maggior parte dei lettori.
Con il senno di poi, inoltre, è facile affermare che Frickx, cittadino americano, aveva intuito che il prezzo del petrolio sarebbe presto aumentato e, quindi, appositamente costituito alcune società all'estero, come socio occulto, per inserirsi nel mercato dominato dalle Sette Sorelle. Le somme che avrebbe dovuto impiegare per l'acquisto del greggio le avrebbe acquisite sbarazzandosi sbrigativamente del socio tanto danaroso quanto ingenuo, in quanto lo statuto delle società costituite prevedeva l’incameramento dei beni da parte di uno dei soci in caso di premorienza dell’altro.
Qualora si ritenga che in un thriller la mancanza di caratterizzazione dei personaggi sia da considerare un peccato veniale, il romanzo risulta scorrevole, piacevolmente complesso e discretamente avvincente.
Non manca fra i personaggi, prevalentemente omosessuali, una bella donna, la moglie di Frickx, che, fino alla fine del racconto, non si capisce se sia molto ingenua o molto scaltra, e la cui personalità riserva le maggiori sorprese al lettore.
Giudizio:
+3 stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Oro nero
- Titolo originale: Or noir
- Autore: Dominique Manotti
- Traduttore: Francesco Bruno
- Editore: Sellerio
- Data di Pubblicazione: 2015
- Collana: La memoria
- ISBN-13: 9788838933974
- Pagine: 416
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 15,00