Sulla pelle come acqua di mare lasciata ad asciugare, luccicano i ricordi.
Scivola addosso noncurante, il tempo, silenzioso.
Passa senza tenere in considerazione coloro che lo vogliono ingabbiare, studiare, incasellare.
Senza accorgersi, il tempo continua ad andare, le stagioni a mutare, la terra a girare.
Passa il tempo e sembra ieri che andavi a scuola, che la tua unica preoccupazione erano i compiti e la maestra che non intende che tu la scienza ci provi a studiarla, ma non la capisci nemmeno a bastonate.
E ora sei grande.
Grande.
Così grande che s'avvicina il secondo rinnovo della patente, e sembra ieri che avevi la certezza che avrestri preso l'autobus tutta la vita.
Grande, sì.
Tanto grande che i problemi dei tuoi genitori sono i tuoi, che le persone che hai intorno s’appoggiano a te perché tu sì che sai come si fa. Ma invece no, non è vero. Non lo sai, non ce la fai. Ma non lo dici.
Perché il tempo passa, ma tu sei sempre tu, piccola orgogliosa bambina che non piange davanti agli altri, ingoia rospi e stringe i pugni; che non sa chiedere aiuto mai, che vuol fare tutto da sola, anche le sue lotte personali coi mulini a vento.
Sei grande, sei una donna.
E l’orologio biologico di ticchetta dentro, tutte le mattina quando ti guardi lo specchio e l’esplorazione di te regala nuove rughette d’espressione.
Quando di guardi le mani e ti sembrano quelle di tua madre.
Quando ti guardi e pensi che sei vuoi cambiare devi farlo ora.
O comunque tra non molto.
Perché silenzioso e strisciante, il tempo passa...
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