Per colpa di tale rassegna mi ritrovai in sogno nel mezzo del cammin di una selva scura, e la diretta via della mente mia era smarrita.
Alla ricerca di qualche anima viva, urlai cos’ tanto e così forte da risvegliare un’anima da secoli assopita e tra i numi dell’italica gente seppellita.
La riconobbi subito dal suo guardo arcigno , dal naso arcuto e dal capo di alloro cinto. Mi ricordai che anch’egli un dì fu smarrito in una selva scura, così mi rincuorai chè aver compagno in duol mezzo duole.
Facemmo insieme pochi passi e ci inoltrammo in un cantiere edile ove carpentieri, muratori e ferraioli a guisa d’un grande cerchio allestivano una dimora.
- A che serve cotesta grande opera pubblica che col dinaro dei contribuenti lo Stato italico costruisce ?
- Non è lo Stato, oh anima ignara, ma sono io la mente e l’autore di sì novella fattura che ospitar dovrà ogni singola creatura i cui vizi, peccati e somiglianze non trovano luogo tra i cerchi dell’opra mia Divina e delle sue doglianze.
- E chi ospiterai, mio sommo poeta, in cotesta novella struttura? Non ti bastan quei guelfi e ghibellini, quei tiranni e fannulloni che condannasti senza pietà alcuna a una pena di eterna duratura nei cerchi dell’inferno dove campeggia la scritta : perdete ogni speranza voi ch’entrate ?
- Io mi aggiorno, oh anima pigra, ai tempi che scorrono come un fiume portandosi seco tutta le putride schiume del finto sapere, della politica sporca e del malcostume.
- E delle cose bone non hai interesse alcuno, degli homini onesti e laboriosi, dei poeti e scrittori, dei consacrati a Dio e dei martiri de lo stato servitori?
- A costor ci pensa Beatrice che fa compagnia a Pietro, primo papa della romana Chiesa, e l’aiuta ad aprir ‘l cancello del santo paradiso a quegli ,omini e femmini che amore, pace e uguaglianza han praticato sulla terra , combattendo con aperto viso al soffiar di ogni guerra.
Ho visto nel tempo ancor presente entrarvi speditamente Papa Woitila e il suo predicessor Roncalli, Alcide, Moro , Andreotti e don Gallo, poi ancora Falconi e Borsellino,Teresa di Calcutta e tanta altra gente che in terra è rimasta lontana da ogni cosa bruta.
- Di lor bellissime figure ne ho sentito anch’io parlare sulla terra ma ora dimmi,sommo mio poeta, qualche nome ch’ospiterai nella novella struttura pria che sarà decisa la destinazione loro futura.
- Per l’offesa stupida , cretina e vile alla nobile ministra Cecile, qui giungerà dal bergamasco, un certo Calderoli con destinazione certa nei cerchi arroventati dove le vampe della maldicenza lo consumeranno a foco lento pei suoi xenofobi peccati. E sarà un orango a grattargli il culo con una raspa infocata ,urlando a ripetizione : “Perché rubato hai la mia visione e con sorriso lesco e arroganza ti presenti agli altri con la mia somiglianza?”
- Di bestie somiglianze sono a iosa nella politica e nell’informazione e non basterà cotesta nova costruzione. Ma dimmi almeno qualche altro nome zodiacale noto a cui serbar un posticino accanto all’autor del porcino voto.
- Oh anima curiosa e mesta, qualche nome sì e poi vo via che poco tempo ancora mi resta di farti compagnia in questa valle ria. Ho già passato a un mio lungo vaglio un essere vivente ch’è un Travaglio. E’ sperto , di indubbio fine sapere dato, ma pel acido che nelle sue parole posa, m’assomiglia tanto a una vipera velenosa .La verità è sempre sua e con tal pretesa morsica chiunque e par che suona la sua musica. Di fatto in fatto con intelletto acume spiega la sua versione che condanna sempre il biscione e del governo Letta emette solo schiume. Arriverà anche per lui il giorno della gioia quando salirà, se salirà ,sul trono il suo amico Ingroia. A fargli compagnia c’è un sacro e un profano che chiamano San-toro. Vitello d’oro non è, perché non è al rango di Mosè. Ma come il conte Ugolino, lecca le sue labbra a pancia piena, al sapor delle parole svela la sua indole di feroce iena che solo al cospetto di Niki governator di Puglia s’accheta e del perché , ti prego,non mi dimandare.
- Oh sommo poeta, ha forse sollevato un vespaio la mia mente?
- No, di Vespa ce né una sola ma non punge infame. Parente stretto dell’ape ama il miele che usa per accattivarsi amicizie e simpatie stringendo a tutti di porta in porta la mano chè dimenticar non pote di esser stato democristiano.
- Oh sommo poeta, ma cos’è cotesto gracidar di rane in questa selva scura che mi fan paura?
- Anima ceca, non vedi? Non sono rane , sono grilli e moscerini venuti da terre vicine e lontane. E non ti curar di loro ma guarda e passi, presto finiranno di cantare e fine faranno delle cicale. L’Italia ha bisogno di formiche esperte di politica economica e non di grilli che sanno solo vociare lo malessere sociale carpendo la buona fede degli incazzati grazie ai quali han fatto affari con le reti e nel parlamento son potuti entrare. Non son né guelfi né ghibellini e trattano a tutti pel cretini. Poveretti , sono telecomandati ma se si spezza il filo che li tien legati, per sempre rimarranno muti . Lor non sanno d’ avere a capo un tiranno che non conosce la democrazia , che ogni dissidente dal suo regno o dal castello di catalegno scaccia via. Ma io l’aspetto su questo cerchio della politica ria , a traghettar da novello caronte le anime che ciecamente l’hanno scambiato per Mosè o pel Messia. Ritornerà a fare il comico per consolare con quattro risate tutte queste anime dannate.
E mentre sto per svegliarmi da tanto sogno di paura, faccio in tempo a domandare :Oh Dante , non mi dici niente di quel Giuliano ch’è di Ferrara ha un foglio ? Il sommo poeta quasi infastidito sibila all’interno del mio udito : lascialo star che non fa danno manco se a radio Londra lo confini. E’ un mastino un poco raro che ama mozzicare ricchi e potenti e alla povera gente non fa niente. Il vizio suo è di cambiar padrone perché libero vuol essere di calciar ‘l pallone.