Orongo Grillo ed altri animali

Creato il 24 luglio 2013 da Tabulerase

Erano immagini di gente strana somigliante a specie di certi  animali, quelle che la televisione  presentava l’altra sera  mentre  le mie palpebre molto stanche si chiudevano all’affanno d’una giornata nera.

Per colpa di  tale  rassegna mi ritrovai in sogno  nel  mezzo del cammin di una  selva scura,  e la diretta via della  mente mia era smarrita.

Alla ricerca  di qualche anima viva, urlai cos’ tanto e così forte  da risvegliare un’anima  da secoli assopita  e tra i numi dell’italica gente  seppellita.

La riconobbi subito   dal suo guardo arcigno , dal naso  arcuto e dal capo di alloro  cinto. Mi ricordai che anch’egli un dì fu smarrito in una selva scura, così mi rincuorai chè aver compagno in duol mezzo duole.

Facemmo insieme pochi passi  e ci inoltrammo  in un cantiere edile  ove carpentieri, muratori e ferraioli a  guisa d’un grande cerchio  allestivano una dimora.

-   A che  serve  cotesta grande opera  pubblica  che col dinaro  dei contribuenti  lo Stato italico costruisce ?

-   Non è lo Stato, oh anima ignara, ma sono io  la mente e l’autore  di sì novella fattura che ospitar dovrà ogni singola creatura i cui vizi, peccati e somiglianze non trovano  luogo  tra i cerchi  dell’opra mia  Divina e delle sue doglianze.

-   E chi  ospiterai, mio sommo poeta, in cotesta novella struttura? Non ti bastan  quei guelfi e ghibellini, quei tiranni e  fannulloni  che  condannasti senza pietà  alcuna a una pena  di eterna duratura nei cerchi dell’inferno dove  campeggia  la scritta : perdete ogni speranza voi ch’entrate ?

-   Io mi aggiorno, oh anima pigra,  ai tempi che scorrono come un fiume portandosi seco tutta le  putride schiume del finto sapere, della politica sporca e  del malcostume.

-   E delle cose bone  non hai interesse alcuno, degli homini onesti e laboriosi, dei poeti e scrittori, dei consacrati a Dio e dei martiri  de lo stato servitori?

-   A costor ci pensa Beatrice  che fa compagnia a Pietro,  primo papa della romana Chiesa,  e l’aiuta ad aprir  ‘l cancello  del santo paradiso  a quegli ,omini e femmini  che  amore, pace e  uguaglianza han praticato sulla terra , combattendo  con aperto viso al soffiar di ogni guerra.

Ho visto  nel tempo ancor presente entrarvi speditamente  Papa Woitila e il suo predicessor Roncalli, Alcide, Moro , Andreotti e don Gallo, poi ancora  Falconi e Borsellino,Teresa di Calcutta e tanta altra gente che in terra è rimasta lontana da ogni cosa bruta.

-   Di  lor bellissime figure ne ho sentito anch’io parlare sulla terra ma ora dimmi,sommo mio poeta, qualche nome ch’ospiterai nella novella struttura  pria che sarà decisa la destinazione loro futura.

-   Per l’offesa  stupida , cretina  e vile  alla nobile  ministra Cecile, qui giungerà dal bergamasco, un certo Calderoli con destinazione certa nei cerchi arroventati  dove le vampe della maldicenza  lo consumeranno a foco lento pei suoi xenofobi peccati. E sarà un orango a grattargli il culo con una raspa infocata ,urlando a ripetizione : “Perché  rubato hai la mia visione  e con sorriso lesco e arroganza  ti presenti agli altri  con  la mia somiglianza?”

-   Di bestie  somiglianze sono a iosa  nella politica e nell’informazione e non basterà cotesta nova costruzione. Ma dimmi almeno  qualche altro nome  zodiacale noto  a cui serbar un posticino  accanto  all’autor  del porcino voto.

-   Oh anima curiosa e mesta, qualche nome sì e poi vo via che poco tempo ancora  mi resta  di farti compagnia  in questa valle  ria. Ho già passato a un mio lungo vaglio un essere vivente  ch’è un Travaglio. E’ sperto  , di indubbio  fine sapere dato, ma pel acido che nelle sue parole  posa, m’assomiglia tanto a una vipera  velenosa .La verità è sempre sua  e con tal pretesa morsica chiunque  e par che suona la sua musica. Di fatto in fatto  con intelletto acume spiega la sua versione  che  condanna sempre il biscione   e del governo Letta emette solo schiume. Arriverà anche per lui il giorno della gioia  quando salirà, se salirà ,sul trono il suo amico Ingroia.  A fargli  compagnia  c’è un sacro e un profano che chiamano San-toro.  Vitello d’oro non è, perché  non è al rango di Mosè.  Ma come il conte Ugolino, lecca le sue labbra a pancia piena,   al sapor delle parole  svela la sua indole  di feroce iena che solo al cospetto  di Niki governator di Puglia s’accheta  e del perché , ti prego,non mi dimandare.

-   Oh sommo poeta, ha forse sollevato un vespaio la mia mente?

-   No, di Vespa ce né una sola ma non punge infame. Parente stretto dell’ape ama il miele che usa per accattivarsi  amicizie e simpatie  stringendo a tutti  di porta in porta la mano chè dimenticar non pote  di esser stato democristiano.

-   Oh sommo poeta, ma  cos’è cotesto gracidar di rane in questa  selva  scura  che mi fan paura?

-   Anima ceca, non vedi? Non sono rane , sono grilli e moscerini  venuti da terre vicine e lontane. E non ti curar di loro  ma guarda e passi, presto  finiranno di cantare e fine faranno delle cicale. L’Italia ha bisogno di formiche  esperte  di politica economica  e non di grilli che sanno solo vociare lo  malessere sociale carpendo la buona fede degli incazzati  grazie ai quali  han fatto affari con le reti e nel parlamento son potuti entrare. Non son né guelfi né ghibellini  e trattano a tutti pel cretini. Poveretti , sono telecomandati ma se si spezza il filo che li tien legati,  per sempre rimarranno muti . Lor non sanno d’ avere a capo un tiranno  che non conosce la democrazia , che ogni dissidente   dal suo regno  o dal castello di catalegno scaccia via. Ma io l’aspetto  su questo cerchio della politica ria ,  a traghettar da novello caronte  le anime  che ciecamente  l’hanno scambiato per Mosè  o pel Messia. Ritornerà a fare il comico per consolare con quattro risate tutte queste anime dannate.

E mentre sto per svegliarmi da tanto sogno  di paura, faccio in tempo a domandare :Oh  Dante , non mi dici niente di quel Giuliano ch’è di Ferrara ha un foglio ?   Il sommo poeta quasi  infastidito sibila all’interno del mio udito : lascialo star che non fa danno manco se a radio Londra lo confini. E’ un mastino un poco raro che ama mozzicare ricchi e potenti e alla povera gente non fa niente. Il vizio suo è di cambiar padrone perché libero  vuol essere   di calciar ‘l pallone.


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