Ortoressia: mangiar sano può far male

Da Abattoir

di Marilisa Dones

Signori e signore, l’estate non è alle porte, è già arrivata [almeno per noi che viviamo in Sicilia]. Avete fatto la prova costume? Avete dato una regolata alla vostra alimentazione? Non ci avete pensato? Se non ci avete pensato, non temete: vi ricorderà quanto siete fuori forma la pubblicità dei vari cereali che millantano di renderti longilinea come la signorina in costume rosso, quella dello yogurt dalle proprietà sgonfianti o ancora farmaci che “tagliano” le calorie (le “tagliano” perché subito dopo il pasto, dovrari correre in bagno perché causano diarree corredate da atroci doloretti, con conseguenti ragadi o emorroidi. Consiglio: evitatele come la peste). E poi ci sono i mille e mille servizi di Uno mattina, Sani&Belli, il sabato del villaggio, babbo natale in gonnella e l’immancabile Porta a Porta. Inoltre, sono sicura che uno su tre di quelli che stanno leggendo questo post avrà fatto o sta facendo la famosissima dieta Dukan (o almeno ci ha pensato o sta pensando di provarla), la dieta iperproteica che con le sue fasi di “attacco” e di “crociera” è stata oggetto di innumerevoli critiche perché assai sbilanciata.

Insomma, si sa: per non cadere in spiacevoli inconvenienti fisici e psichici basta limitarsi, fare un po’ di movimento e seguire una dieta bilanciata e variata, prediligendo frutta e verdura, specialmente nei periodi caldi, bere molto, eccetera eccetera. (Ma se vuoi consigli su come perdere peso, hai sbagliato blog e soprattutto blogger!).

A braccetto con la dieta, circolano anche termini come bulimia, anoressia, obesità e spiccata propensione per il cibo spazzatura: si tratta dei disturbi del comportamento alimentare in cui può incappare chi ha un rapporto viziato con il cibo e con il proprio corpo.
Ma l’elenco dei disturbi alimentari non si esaurisce con queste malattie. Esistono anche malattie legate all’alimentazione poco conosciute. Per esempio avete mai pensato che il figone del palazzo di fronte che incontrate sempre al supermercato intento a scegliere gli ortaggi giusti, la frutta giusta e il cereale giusto potrebbe soffrire in realtà di un disturbo del comportamento alimentare? L’ortoressia. Ebbene sì, l’ortoressia è un esempio di malattia del comportamento alimentare.

Su wikipedia leggiamo:

L’ortoressia (dal greco orthos -corretto- e orexis -appetito-) è una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. Può essere dovuta ad una paura, a volte maniacale, di ingrassare o di non essere in perfetta salute, e conduce, di norma, a un risultato opposto con conseguenze negative sul sistema nervoso, avvertite con difficoltà dal soggetto colpito e in modo evidente da chi lo circonda.

Questa malattia venne descritta per la prima volta nel 1977 dal medico Steven Bratman (che – come confessò lui stesso – ne soffriva a sua volta) come bella e buona ossessione nervosa per i cibi salutari e biologici. Tuttavia, l’American Psychiatric Association la non riconosce come disturbo alimentare, nonostante la British Dietetic Association abbia lanciato l’allarme in merito già qualche tempo addietro.

Ma qual è l’identikit di chi soffre di questa strana malattia?
Maschio ultratrentenne con un buon livello di istruzione affetto da un disturbo difficile da riconoscere poiché non prevede cambiamenti a livello fisico; tuttavia, in alcuni casi, l’ortoressia presenta qualche sintomo legato allo sviluppo sottostante di un disordine ossessivo-compulsivo della personalità.
Secondo gli esperti, tutto inizia in modo innocente: si comincia col manifestare semplicemente una propensione verso i cibi sani e salutari. Tuttavia, questo amore per il corpore sano si trasforma ben presto in una ricerca ossessiva di prodotti biologici, privi di qualsiasi additivo o pesticida e nella tendenza a consumare il pasto in solitudine.

Quali tipologie di persone sono più soggette a trasformarsi in maniaci del mangiar sano?
Soprattutto i vegani e i crudisti, che rischiano di seguire una dieta troppo povera e di andare incappare nella malnutrizione, nell’ansia e anche nell’anoressia. Ebbene sì, anoressia. Infatti gli specialisti sottolineano che il confine tra i due disturbi potrebbe essere assai sottile; perché se da una lato seguire un’alimentazione sana è una scelta socialmente accettabile, tuttavia gli ortoressici possono arrivare ad escludere progressivamente dalla loro dieta la maggior parte degli alimenti, sviluppando in taluni casi un’incapacità a vedere il proprio corpo per come è realmente (tecnicamente si dice dismorfia), senza che questo comportamento venga riconosciuto come disturbo alimentare o anoressia.

Come distinguere una semplice attenzione alla dieta dall’ortoressia?
Gli esperti chiariscono che l’ortoressia si riflette nella vita di tutti i giorni: addio cene con gli amici, sì a pasti in solitaria (tristezza!!!), atteggiamento di superiorità in materia di alimentazione, pensiero giornaliero ai cibi e alla dieta, ossessione per le etichette e, alla lunga, cambiamenti a livello fisico e psicologico.

Di nuovo da Wikipedia:

L’ortoressico cambia a poco a poco stile di vita, oppure si isola in un proprio stile standardizzato e dettato esclusivamente da regole precise e imprescindibili, difendendosi da chi non comprenda le sue scelte, non condivida in pieno le sue idee e in genere lo irrida o lo contraddica; vive in uno stato di ansia che “supera” con la convinzione che le sue scelte siano una spiccata incapacità di trovare piacere, nel cibo in particolare, e spesso anche nella sfera sessuale.

Nei casi più eclatanti, quelli in cui la patologia diventa maniacale, la conclusione del soggetto arriva frequentemente ad essere “tutto dipende dal cibo”.

Ma perché si arriva a questo estremo?
Le cause scatenanti dell’ortoressia vanno ricercate nei ritmi di vita forzati della società moderna e dai modelli di bellezza e salute sempre più rivolti al consumismo piuttosto che a una reale attenzione per l’individuo. In particolare, per i soggetti di sesso femminile, le scale di valutazione del rapporto salute-bellezza-autostima vengono spesso mescolate e stravolte, risultando spesso più importante apparire belle che essere davvero in salute.
L’ortoressico viene risucchiato in un circolo vizioso nel quale, in compensazione di una forte insoddisfazione personale di fondo, cerca di ricostruire il proprio ordine e la propria autostima, attuando regole troppo rigide che, se trasgredite, innescano un forte senso di colpa che, di riflesso, porta ad un ulteriore inasprimento delle regole stesse (soprattutto in campo alimentare); egli trova così un’apparente realizzazione proprio in quegli aspetti della vita in cui le regole vedono il loro maggiore sviluppo (regime alimentare, lavoro, business, competizioni, studio), tralasciando quasi totalmente la propria sfera privata, personale e affettiva.
Tutto ciò porta l’ortoressico a riscontrare difficoltà nell’appagare se stesso e i propri sensi, giungendo perfino ad obbligarsi a provare disgusto per cibi che in realtà appagherebbero il suo palato solo perché sicuro che quegli stessi cibi possano o essere dannosi per la sua salute o portare all’aumento di peso.
Questi comportamenti portano anche ad un incrinamento dei rapporti interpersonali e di coppia nei casi in cui il soggetto si convinca immotivatamente che tali rapporti stessi non siano più “adatti” o “convenienti” al suo stile di vita alimentare.
Questa condizione ovviamente fa sì che l’ortoressico non riesca a provare un appagamento reale personale (se non saltuariamente) e lo porta a percepire uno stato d’insofferenza e delusione che lo fanno sentire spesso più insicuro, facendolo ricadere in ogni caso nel vortice dell’insoddisfazione. Il soggetto tende quindi ad isolarsi, facendo affidamento tendenzialmente sulle proprie forze e sulle proprie regole.
Infine, il ragionamento compiuto dall’ortoressico si ripercuote in una mera incapacità di vivere il proprio presente, poiché il futuro è per lui pregno di continue ansie di prevenzione per ogni aspetto personale e alimentare, mentre il passato si connota in una raffigurazione costante di occasioni mancate, nostalgie e rimpianti.

Ne deriva quindi che se l’ortoressia è una patologia che si manifesta nelle abitudini alimentari, a ben guardare essa riguarda in realtà l’insieme della sfera personale.

Al momento, gli ortoressici d.o.c. sono pochi (si parla di quelli che sacrificano la salute in nome del credo del cibo sano), ma gli “integralisti” del mangiar sano sono in netto aumento. Pensate a tutti quelli che vivono il rapporto col cibo in maniera maniacale.
Se sei curioso di sapere se anche tu sei ortoressico… ecco il test di Bratman (da fare solo se non soffri di ipocondria o se non sei particolarmente impressionabile), secondo cui una risposta affermativa a più di quattro domande classifica il soggetto all’inizio della patologia ortoressica, sino a un livello maniacale nel caso di tutte le risposte positive:

  1. Spendi più di 3 ore al giorno riflettendo sulla tua alimentazione?
  2. Pianifichi i tuoi pasti diversi giorni prima?
  3. La possibilità che i cibi che assumi ti facciano ingrassare è sempre più importante del piacere di mangiarli?
  4. Lo stato di ansia nella tua vita è aumentata da quando hai riflettuto sulla tua alimentazione?
  5. Sei diventato più severo con te stesso nei confronti del tuo comportamento quotidiano e alimentare?
  6. La tua autostima aumenta quando ti alimenti in modo corretto?
  7. Hai eliminato radicalmente diversi cibi che ti piacevano in favore di cibi più salutari?
  8. Ti riesce più difficile mangiare fuori casa, in ristoranti diversi?
  9. Ti senti in colpa quando non mangi in modo corretto?
  10. Ti senti in pace con te stesso e in pieno controllo quando mangi in modo corretto?

Allora? Anche tu sei ortoressico?

Scherzi a parte, io mi chiedo: ma non potrebbe essere una deviazione di un comportamento ossessivo compulsivo? Quindi mangiar sano per persone psichicamente in salute non dovrebbe sfociare in manie come questa appena descritta.


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