Ho sempre pensato, senza offesa per nessuno, che c'è sempre qualcosa di fanciullesco, diciamo pure di infantile, di puerile, nelle reazioni di massa del popolo americano (e qui per forza di cose si deve generalizzare).
Senza mettere in dubbio il fatto che l'uomo nella foto sia uno dei peggiori criminali della storia recente e che si sia macchiato sia direttamente che indirettamente dei crimini più efferati che si possano compiere, non riesco proprio a comprendere come si possa scendere in piazza e fare baldoria e festeggiare tutta notte perchè quel criminale è stato ucciso.
Un conto sarebbe stata la giusta soddisfazione per la sua cattura, altra cosa è suonare i clacson e sventolare le bandiere. C'è percaso la possibilità che qualcuno dei poveretti che hanno perso la vita l'11 Settembre torni tra noi? No. Come fanno allora i parenti delle vittime di quell'attentato ad "essere felici"?
Per dire, mi fece sentire orgoglioso di essere europeo il fatto che un altro pessimo emblema della specie umana, il carnefice e genocida Slobodan Milošević, fosse stato catturato vivo e foste stato sottoposto a giusto processo dall'Alta Corte.
Certo, gli americani sicuramente sono stati costretti ad "uccidere" Bin Laden, ma quella parola, nonostante tutto, è sempre e comunque un pugno nello stomaco.
Dai vari siti apprendo però che tutto il mondo esulta, e allora è sicuro che sia io a sbagliare. Poco prima di chiudere però, scorgo un breve comunicato del Vaticano che mi rasserena molto.
«Non si festeggia una morte. Bin Laden risponderà a Dio per i crimini commessi»