14 febbraio 2013, Pretoria Est. Una giovane donna viene uccisa a colpi di pistola nella casa del fidanzato. Quest’ultimo afferma si sia trattato di un incidente, avrebbe confuso la ragazza per un ladro entrato furtivamente nella sua casa. Di chi stiamo parlando? Di Oscar Pistorius e delle fidanzata Reeva Steenkamp.
Ed ormai noto che in cambio la giovane è stata ricompensata con quattro colpi della sua 9 millimetri alla testa ed uno al petto.
Raptus di follia? Impellente gelosia? Probabile, fatto che sta che Pistorius ha tentato inizialmente di scagionarsi dall’accusa di omicidio raccontando una clamorosa fandonia (sulla scia delle numerose intrusioni in casa che sembrano essere all’ordine del giorno nella capitale sudafricana) ma i numerosi colpi che hanno colpito la fidanzata, quelli andati a vuoto ed il fatto che abbia avuto il tempo di indossare le protesi, lo accusano di omicidio premeditato, probabilmente generato dalle violente discussioni – testimoni i vicini che li avrebbero uditi urlare – avute luogo la notte precedente.
Pistorius dovrà ricomparire in tribunale il 4 giugno per la prima udienza del processo e con la liberazione su cauzione ebbe anche l’obbligo di consegnare tutti i suoi passaporti e di stare lontano dagli aeroporti. Ma cos’è accaduto nel mentre? Forse avvocati e giudici hanno aspettato che l’attenzione sull’atleta scemasse per poter agire con più libertà?
Povero Pistorius, non può di certo rimanere immobile tutti questi mesi in attesa della sentenza del tribunale, la sua forma fisica ne risentirebbe irrimediabilmente e tutti i suoi sforzi per arrivare agli attuali livelli andrebbe in fumo.
Sussistono pertanto una giustizia di serie A ed una di serie B? Se le parti si fossero invertite e l’omicida fosse stata la ragazza come si sarebbe svolto il processo? Lei si troverebbe nuovamente sulle passerelle delle moda oppure avrebbe concluso i suoi giorni in una buia cella?
Non va dimenticato che già in passato lo stesso era stato denunciato per molestie ad ex fidanzate ma si sa, talvolta il denaro è sufficiente a far tacere voci troppo indiscrete e fastidiose e a risolvere situazioni che potrebbero intaccare una carriera intoccabile. Soprattutto in uno Stato come il Sudafrica (ma non solo qui disgraziatamente) ancora in via di sviluppo in cui perdura una sottocultura maschilista che giustifica gli abusi, convinta che avere rapporti con donne vergini possa curare e prevenire l’Aids o che violentare una donna omosessuale possa servire a farla tornare eterosessuale.
Written by Rebecca Mais