Oscar Pistorius uccide la fidanzata ma continua gli allenamenti: dov’è la giustizia per l’omicidio di una donna?

Creato il 04 aprile 2013 da Alessiamocci

14 febbraio 2013, Pretoria Est. Una giovane donna viene uccisa a colpi di pistola nella casa del fidanzato. Quest’ultimo afferma si sia trattato di un incidente, avrebbe confuso la ragazza per un ladro entrato furtivamente nella sua casa. Di chi stiamo parlando? Di Oscar Pistorius e delle fidanzata Reeva Steenkamp.

Cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore domani? Che emozione!” Con queste parola la modella Reeva Steenkamp esternava la sua trepidazione per la festa di San Valentino che il giorno dopo avrebbe trascorso con il famoso atleta Oscar Pistorius con il quale intratteneva una relazione da qualche mese.

Ed ormai noto che in cambio la giovane è stata ricompensata con quattro colpi della sua 9 millimetri alla testa ed uno al petto.

Raptus di follia? Impellente gelosia? Probabile, fatto che sta che Pistorius ha tentato inizialmente di scagionarsi dall’accusa di omicidio raccontando una clamorosa fandonia (sulla scia delle numerose intrusioni in casa che sembrano essere all’ordine del giorno nella capitale sudafricana) ma i numerosi colpi che hanno colpito la fidanzata, quelli andati a vuoto ed il fatto che abbia avuto il tempo di indossare le protesi, lo accusano di omicidio premeditato, probabilmente generato dalle violente discussioni – testimoni i vicini che li avrebbero uditi urlare – avute luogo la notte precedente.

Pistorius è stato immediatamente arrestato ed in un primo momento il giudice Desmond Nair si era espresso contrario nei confronti della libertà su cauzione ma il 22 febbraio ha improvvisamente cambiato opinione dichiarando: “Dove potrebbe andare con quelle protesi?“. Così Pistorius ha tranquillamente ottenuto la libertà su cauzione, con grande gioia dei familiari. Lo stesso non si può dire da parte dei parenti della Steenkamp che pochi giorni prima hanno avuto la terribile incombenza di seppellire la figlia che da lì a qualche mese avrebbe compiuto i suoi trenta anni.

Pistorius dovrà ricomparire in tribunale il 4 giugno per la prima udienza del processo e con la liberazione su cauzione ebbe anche l’obbligo di  consegnare tutti i suoi passaporti e di stare lontano dagli aeroporti. Ma cos’è accaduto nel mentre? Forse avvocati e giudici hanno aspettato che l’attenzione sull’atleta scemasse per poter agire con più libertà?

Fatto che sta che il 28 marzo è giunta la notizia che l’atleta ha vinto il ricorso contro le restrizioni imposte inizialmente ed oltre ad aver riottenuto il passaporto ha anche avuto il permesso di partecipare a gare internazionali. “L’obiettivo ora sono i Mondiali di Mosca”, dichiara l’allenatore di Pistorius. Ancora più clamoroso è lo scatto fotografico risalente al 24 marzo che immortala l’atleta mentre si allena sulla pista dell’Università di Pretoria.

Povero Pistorius, non può di certo rimanere immobile tutti questi mesi in attesa della sentenza del tribunale, la sua forma fisica ne risentirebbe irrimediabilmente e tutti i suoi sforzi per arrivare agli attuali livelli andrebbe in fumo.

Dopotutto nessun grave fatto ha attraversato la sua esistenza, ha solamente ucciso una donna, la sua fidanzata. Gli obiettivi futuri di Reeva? Poco importa, le lacrime necessarie sono state versate al momento giusto e ora va mantenuta la concentrazione su impegni che rivestono un’importanza maggiore. I Mondiali di atletica di agosto sono alle porte e non vanno dimenticate le prossime Olimpiadi a Rio de Janeiro.

Sussistono pertanto una giustizia di serie A ed una di serie B? Se le parti si fossero invertite e l’omicida fosse stata la ragazza come si sarebbe svolto il processo? Lei si troverebbe nuovamente sulle passerelle delle moda oppure avrebbe concluso i suoi giorni in una buia cella?

Errare è umano, ma continuiamo ad assistere troppo spesso alle silenziose violenze e perdite di donne da parte di uomini senza senno che dopo aver scontato esigue condanne tornano in libertà e proseguono le loro vite come se niente fosse accaduto. Ma ancora più di frequente accade che le donne stesse non siano pienamente consapevoli della realtà dei fatti ed ecco che diviene ancora più assurdo ed incomprensibile venire a conoscenza della nascita di un fan club dell’atleta omicida composto da sole donne, le “Pistorians”, che si battono affinché i diritti del loro idolo vengano rispettati ed affinché lui possa riprendere al più presto a gareggiare.

Non va dimenticato che già in passato lo stesso era stato denunciato per molestie ad ex fidanzate ma si sa, talvolta il denaro è sufficiente a far tacere voci troppo indiscrete e fastidiose e a risolvere situazioni che potrebbero intaccare una carriera intoccabile. Soprattutto in uno Stato come il Sudafrica (ma non solo qui disgraziatamente) ancora in via di sviluppo in cui perdura una sottocultura maschilista che giustifica gli abusi, convinta che avere rapporti con donne vergini possa curare e prevenire l’Aids o che violentare una donna omosessuale possa servire a farla tornare eterosessuale.

Written by Rebecca Mais


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