Oscar Wilde: le due vite di Dorian Gray

Creato il 27 luglio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Giuseppe Leuzzi. “Il dattiloscritto originale non censurato” è il sottotitolo. La prima redazione del “Dorian Gray”, diversa da quelle conosciute: il racconto come Wilde l’aveva scritto, “prima che le pressioni commerciali, sociali e legali portassero alle  numerose modifiche, tra cui l’eliminazione dei contenuti omosessuali più espliciti”, avverte in nota il curatore Nicholas Frankel.
È la redazione dattiloscritta, con tremila correzioni a mano dell’ultimo minuto, inviata nel 1890 al periodico americano “Lippincott’s”, che l’opera aveva commissionato, che però qua e là moderatamente la censurò, per complessive 500 parole. Quella che sempre si ripubblica, opera dello stesso Wilde per l’edizione in volume un anno più tardi a Londra, è censurata sostanzialmente, a seguito delle stroncature e delle minacce giudiziarie che avevano seguito la pubblicazione americana. Questa si segnala per rendere manifesto l’omoerotismo, seppure velatamente, molto, per tre o quattro accenni che Wilde poi eliminò. Di più si segnala perché non fa di Dorian Gray, l’esteta edonista, il protodecadente, una vittima del suo disprezzo del mondo, acuendone la mostruosità, come lo stesso Wilde farà nella riscrittura. Abbrutendolo e invecchiandolo, non bonariamente e quasi con cattiveria – “avrebbe ucciso quella mostruosa vita dell’anima, e senza i suoi orridi ammonimenti avrebbe ritrovato la pace”. In entrambe le versioni Dorian è una figura tragica, ma nella seconda è come condannato.Frankel mette in mostra il debito con Walter Pater, i cui “Studi sulla storia del Rinascimento” furono lettura giovanile di Wilde, e anche “Mario l’Epicureo”. Un debito che l’atteggiamento poi  avversativo di Wilde rafforza, che criticò Pater per essere tropo timidamente edonista, e anzi rifiutare l’edonismo che pure predicava, evasivo – “è mai stato vivo?”. Nell’edizione purgata del “Dorian Gray” anche Wilde fa una critica dell’estetismo – poi decadentismo. Ma la scrittura resta volutamente estetizzante – perfettina, preziosa: gemme, paramenti, autorità, maiuscole (Genio, Bellezza, Notturno….). Senza mai uno strappo, un ghigno. “La correttezza dovrebbe sempre essere subordinata all’effetto artistico e alla cadenza musicale”, spiega lui stesso nella corrispondenza: “Qualsiasi peculiarità sintattica in «Dorian Gray» è intenzionale e introdotta per chiarire il valore artistico ».Harold Bloom diceva Oscar Wilde ai giorni nostri “una superstar” del genere Warhol, Capote, una meteora. Uno dei suoi tanti movimenti di malumore dello studioso, molto snob. In realtà è uno scrittore, il personaggio lo sbiadisce. Oscar Wilde morì di 46 anni. Ne aveva 41 quando fu condannato e arrestato per sodomia e si fece due anni di lavori forzati. Solo da dieci era entrato nella scena letteraria londinese. Beniamino delle upper class, benché irlandese. La sua vita è il suo capolavoro, si suole dire, ma come scrittore fui meglio.

Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, Meridiani paperback, pp. 221 € 12

Featured image, Wilde and Lord Alfred Douglas in 1893, source English Wikipedia


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