Osservata la radiazione di Hawking

Creato il 02 ottobre 2010 da Stukhtra

La stessa che dovrebbe uscire da un buco nero

di Marco Cagnotti

Un buco nero è… nero: una verità lapalissiana. Troppo elevata la curvatura dello spaziotempo, troppo alta la velocità di fuga: da un buco nero non può uscire niente, nemmeno la luce. Tutto quanto supera un confine chiamato “orizzonte degli eventi” è perduto per sempre. E un buco nero è un monumento a sempiterna memoria di ciò che fu e non è più, un concentrato di materia destinato a crescere in eterno nei secoli dei secoli amen. Che altro c’è da dire? Poi però arriva un genio in carrozzella e dice che no, non è proprio così, guardate che non avete considerato le fluttuazioni quantistiche del vuoto. Eh, già, perché tu il vuoto te lo immagini… vuoto: altra lapalissiana verità. Invece nel vuoto appare dal nulla e scompare nel nulla una miriade di coppie di particelle e antiparticelle che sopravvivono per un attimo brevissimo. E no, non sono masturbazioni intellettuali di fisici teorici un po’ fumati: sono invece conseguenze precise e indirettamente osservate della meccanica quantistica. Perciò, se così è, dice il genio in carrozzella, le coppie apparse proprio sul confine degli eventi possono manifestare un comportamento bizzarro: una finisce nel buco nero e l’altra no. La prima è perduta per sempre, la seconda se ne va per i fatti suoi. Come se dal buco nero venisse fuori una radiazione. Siccome è frutto del genio in carrozzella, le daremo il suo nome: radiazione di Hawking. Con una non trascurabile conseguenza: ci vorranno miliardi di anni, ma alla fine qualsiasi buco nero evaporerà. Quando questa bella teoria viene formulata, corre l’anno 1974.

Continua… (Corriere del Ticino)