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Osservatorio Arvedi, il problema del rumore “non è risolto”, afferma Maria Teresa Puliti, “non si sentono gli effetti dei provvedimenti in corso”. Polveri sottili e informazione? “Una presa in giro”. La dura protesta di ezio corradi, la compostezza di ...

Creato il 18 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Ezio corradi, allontanato dall’Osservatorio, protesta: il comune di cremona non ha risposto a due lettere, è da censurare. Stramba la decisione di indire un Osservatorio a porte chiuse!

Si è tenuta oggi 18 marzo 2013 la riunione dell' "Osservatorio Arvedi" convocato dal Comune di Cremona.
L' Assessore all'Ambiente del Comune di Cremona, Francesco Bordi (tra l'altro dipendente di ARPA Direzione di Cremona), ha fatto allontanare dalla "Sala della Consulta" del Consiglio Comunale, sede dell'incontro, il Vicepresidente del Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, Ezio Corradi.
Prima di lasciare la "Sala della Consulta", Ezio Corradi ha ricordato all'Assessore Bordi la mancata risposta da parte del Comune di Cremona alle sue due lettere del 20 agosto 2012 e del 5 ottobre 2012 riguardanti la prima lettera la richiesta del Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia di partecipare all' "Osservatorio Arvedi", mentre la seconda lettera poneva l'attenzione su una serie di richieste legate alla presenza dell'Acciaieria Arvedi sul territorio (rumori, fumi, inquinamento, sversamenti delle siviere, scorie).
Ci pare davvero stramba la forma di "Osservatorio chiuso" adottata dal Comune di Cremona: l'acciaieria Arvedi è in mezzo alle case di Spinadesco e Cavatigozzi (frazione di Cremona), i suoi "effetti" (rumori, polveri, fumi si espandono su un'area vasta, "tutt'altro che chiusa" e che comprende anche i Comuni di Sesto ed Uniti, Acquanegra Cremonese, Crotta d'Adda, Monticelli d'Ongna, Castelvetro Piacentino e la città di Cremona a partire dalla frazione Cavatigozzi, a Picenengo, a Casanova del Morbasco (frazione di Sesto ed Uniti) a Costa S.Abramo (frazione di Castelverde).
Da censurare le mancate risposte da parte del Comune di Cremona alle due lettere del Coordiamento Comitati Ambientalist Lombardia e la scelta del Comune di Cremona rappresentato dall'Assessore all'Ambiente Francesco Bordi di tenere la riunione dell' "Osservatorio Arvedi" riservata per i soli membri "nominati" e "chiusa" ai cittadini.
Questa è la seconda volta che l'Assessore all'ambiente del Comune di Cremona Francesco Bordi zittisce ed allontana da una riunione che ha per oggetto l'Acciaieria Arvedi il vicepresidente del Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia Ezio Corradi: il caso precedente si è verificato in occasione dell'incontro fra Cittadini di Cavatigozzi e Comune di Cremona del 5 ottobre 2012: la scusa accampata dall'Assessore Bordi era che a quella riunione non erano state invitate altre associazioni ambientaliste per cui si sarebbe trattato di disparità di trattamento, dimenticando che Ezio Corradi era apresente anche con una specifica "delega a rappresentare" rilasciatagli da cittadini di Cavatigozzi.
Democrazia, partecipazione, tutela della salute e dell'ambiente, in questo caso dell' "Osservatorio chiuso", appartengono ad un altro pianeta, non a Cremona!

Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia


chi gradisce sentire la versione dell’assessore Bordi, oltre le critiche di Ezio corradi, che protesta a buon diritto contro gli osservatori a porte chiuse, può cliccare sul seguente link:

http://www.cremonaoggi.it/2013/03/18/osservatorio-arvedi-problema-rumori-in-via-di-risoluzione/#more

L’Osservatorio Arvedi però è composto anche da alcuni cittadini, non solo da autorità elette col favore dei potenti: è un organismo istituito allo scopo di confrontare le opinioni e soprattutto far circolare le informazioni fra il gruppo Arvedi e i cittadini residenti nella zona. che esista l’Osservatorio è un bene, e che la partecipazione sia stata estesa a più persone, più cittadini, è una pregevole iniziativa accolta dal comune di cremona. Partecipare non basta: i residenti vogliono i risultati. L’assessore ha affermato che il problema del rumore è “in via di soluzione”, ma i cittadini non se ne sono accorti. Residenti che vorrebbero semplicemente silenzio di notte per dormire, non altro. Non esiste una guerra ideologica contro l’Arvedi, bensì una richiesta di informazioni veraci e di interventi efficaci, tanto più dopo la diffida della Provincia che qui abbiamo pubblicato mentre il padronato voleva farci credere che “è tutto molto bello”.

Per questo Maria Teresa Puliti, residente a Spinadesco, esprime insoddisfazione: “Hanno detto che stanno prendendo provvedimenti per abbassare il rumore e quindi l’effetto si dovrebbe sentire. In realtà noi sentiamo il rumore, non sentiamo l’effetto dei provvedimenti. Secondo loro la situazione dovrebbe essere migliorata: non ce ne siamo accorti. Anche il consigliere Romani, di cavatigozzi ha detto la stessa cosa”.

che provvedimenti sono?

“Sono tutte azioni passive per contenere le emissioni sonore: stanno lavorando in modo che dal tetto dell’altoforno esca meno rumore, ora ne esce molto - continua Puliti – Stanno lavorando anche per evitare altri suoni fastidiosi emessi dalla presa del rottame, che viene afferrato e messo sul nastro che poi va alla filiera e all’altoforno: ha un’altezza di 11 metri, stanno cercando di attenuare il salto. Ma a mio avviso sono tutti palliativi”.

come faranno a ”attenuare”?

“I botti dovrebbero calare di 8 o 10 decibel, scendendo da 70 a 60 – risponde Maria Teresa Puliti, già giornalista, che segue da anni le vicende dell’acciaieria – Per loro i rumori dovrebbero calare, ma così non basta. Diminuirà il rumore, solo però per effetto dell’operatore, che per otto ore fa questo lavoro. capiamo bene che non sta a misurare la distanza, butta”.

Meno frastuono, ma solo grazie all’intervento dell’operaio. Tutto questo problema sulle sue sole spalle? Ma è possibile? Sì, è quello che qualcuno definisce “provvedimento”. Bisognerebbe chiederlo all’operaio di turno che ne pensa di questo “provvedimento”.

Inoltre l’acciaieria dovrebbe “ispessire una delle due pareti, per far passare meno rumore, oltre appunto a lavorare sul tetto, in modo l’edificio accanto, più alto, faccia da barriera verso cavatigozzi. ma sono tutti interventi che non saranno risolutivi. Hanno ricevuto una diffida dall’amministrazione provinciale e quindi devono dire di fare qualcosa”.

I cittadini, e anche l’opposizione in consiglio comunale vuole più informazioni e riunioni più frequenti dello stesso Osservatorio. Per quel che riguarda il rumore i lavori dovrebbero finire nel giro di una settimana. Poi si vedrà se i rimedi funzionano oppure no. Per ora no. Aspettiamo.

Maria Teresa Puliti però ha fatto presente che non esiste solo la questione aperta del rumore, e ha parlato, come riferisce lei stessa, di “fumi diffusi, casi di mortalità, odori, informazione. Dato che si sollecitava più informazione, quella che hanno fatto è un falso ed è una vergogna. Hanno considerato i dati sulle polveri sottili pm10 in soli due giorni, cioè in un giorno in cui l’acciaieria lavorava e in un altro giorno in cui invece era chiusa, mostrando che le polveri sottili pm 10 erano più alte quando l’acciaieria lavorava. Ma certo: hanno considerato il dato di un giorno in cui per effetto della neve le polveri erano più basse del solito. Non si può dire che l’acciaieria non emette polveri pm10 o le faccia scendere: non si può chiamarla informazione, sarebbe da denuncia. ci sono persone che ridono, ma altri restano nel dubbio o ci credono. E’ una cosa grave”.

Ma cremona cambierà mai? Al Sud i cittadini protestano più dei cremonesi, quand’è il caso di farsi sentire. cremona sembra il posto adatto a subire ogni danno possibile senza lamentarsi. Dobbiamo trarre questa conclusione se sulla città congelata dal dominio dei potentati locali non soffierà mai un potentissimo scirocco.

“Sappiamo che tutti gli enti sono d’accordo tra loro. Arvedi versa al comune di cremona sotto varie forme moltissimi soldi. Dovrebbe fare opere di compensazione, invece ha fatto e fa altri interventi. E il comune di cremona se lo tiene ben caro, se lo coccola, perché se non avesse queste entrate momentaneamente sarebbe un guaio. Oggi è la gallina dalle uova d’oro. Se non ci fosse Arvedi l’economia sarebbe diversa dalle nostre parti”.

Nella zona dell’acciaieria il mais va a finire nelle biomasse. E’ assolutamente inevitabile che le polveri ricadano sul terreno. Qualunque ciminiera industriale che lavori metalli produce effetti come questi, ovunque. Sul pianeta Terra c’è forza di gravità e persino le polveri ricadono a terra. E’ una legge fisica non ideologia politica anti-Arvedi.

Non a caso chi può va a vivere altrove: vende la casa se può o sempre se può si trasferisce senza vendere. Ma quanto varranno le case dopo tanti anni di attività di un gruppo industriale con acciaieria e da qualche anno anche zincheria? E in futuro?

Ha un senso la difesa “all’ultimo sangue”  dello stato di fatto esistente? cremona ha piazzato l’acciaieria fra cavatigozzi e Spinadesco: il contesto che ha determinato tale decisione non trova però la soluzione ai problemi conseguenti, come se non fossero stati prevedibili.

“Ho posto il problema della salute perché abbiamo un dato alto di incidenza dei tumori sulla cause di mortalità - continua Maria Teresa Puliti – L’assessore Bordi mi ha risposto che i dati cambiano e che di tanto in tanto emergono nuove città in testa a queste classifiche. Il fatto però, ho ribattuto all’assessore, che questi sono dati statistici, non sono numeri che escono a caso come le estrazioni del lotto. Tant’è vero che è intervenuto il rappresentante dell’Asl per dire che stanno monitorando. D’accordo, ma con i dati epidemiologici e il registro dei tumori fra vent’anni se va bene sapremo qual è la verità”.

Maria Teresa Puliti incalza, non si ferma: “Anche economicamente questa è una rovina: non solo soffocherà l’agricoltura che sta intorno. Il mais finisce nelle biomasse non solo perché è redditizio ma anche perché è inquinato, attenzione. Inoltre chi può va via: di sicuro nulla fiorisce intorno, quanto all’economia. Questa è la mia visione, poi ce ne saranno altri. Le acciaierie sono insalubri, è inevitabile. Qui, a differenza dell’Ilva di Taranto, non abbiamo il carbone. Non c’è prima fusione, ma seconda fusione. Però molti problemi li abbiamo anche noi. Ho visto lo stesso assessore Bordi prendere appunti”.

Le osservazioni di Maria Teresa Puliti resteranno a verbale. La prossima riunione dell’Osservatorio Arvedi è prevista per settembre, per una verifica sui rumori e gli odori. Maria Teresa Puliti consiglia ai cittadini di segnalare i problemi alle autorità, ogni volta, senza timore di segnalare il ripetersi di un fenomeno fastidioso già indicato: ”Se la popolazione si fa sentire, se chiama le autorità, se fa denunce e segnalazioni, anche più volte, le autorità devono tenerne conto. Non ha importanza se un fatto è già stato denunciato due giorni prima: si fa un’altra denuncia. Se sono 20 o 30 o 50 cittadini che fanno denuncia, l’atto ha più forza. Inoltre dovremmo essere informati sul numero di denunce che vengono presentati, in occasione delle riunioni dell’Osservatorio”.


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