Ossessioni da Scribacchino

Da Gloutchov
Trovo interessante questo post, scovato di rimbalzo tra i vostri blog, ove si fa esame di coscienza e si cerca di scovare, nei propri scritti, quelle che sono le ossessioni, ovvero i temi ritornanti, che l'autore possiede. Mi son detto di provare, e di guardare i miei lavori con occhi diversi.
Non credo di avere delle tematiche ricorrenti. Ho scritto racconti horror, romanzi di avventura, noir, fantascienza e persino un libro per bambini. Ciò che ricorre più spesso è l'ambientazione bolognese. E' vero che amo la mia città, ma è anche vero che mi pare corretto scrivere di ciò che si conosce, per non incorrere in errori grossolani, e soprattutto perché in questo modo si è più convincenti nella narrazione (le incertezze si notano subito). I miei lavori ruotano sempre attorno ai personaggi. Difficilmente divago narrando ampiamente quello che è il contesto storico, o l'ambientazione. A me piace scavare nell'anima. Non è un caso che, per ritrarre i miei personaggi, mi prendo molto tempo, al punto di sedermi in piazza e osservare i passanti in cerca di atteggiamenti, caratteri, e modi di essere che possano "aiutarmi". Nessuno dei miei personaggi è l'eroe invincibile. Siate certi che potrei anche far perdere la partita al personaggio che ritenete come chiave di volta. Raramente uso una time-line lineare. Mi piace saltare da un istante a un altro, come se i miei racconti fossero dei puzzle da comporre. Non mi piace ripetermi. Se ho usato uno schema, difficilmente lo ripeterò per raccontare un'altra vicenda. So che questo sconvolge alcuni lettori, quelli abitudinari, e non attira le loro simpatie, ma io non ci posso fare nulla.