Da un pò di tempo, forse dal caso Noemi di due anni fa, analisti e commentatori politici si sono oramai ritrovati sulla stessa linea di pensiero: il nostro Paese è governato da un presidente del Consiglio che ha paura, che convive con le sue arcinote ossessioni (leggi toghe rosse) e che, in buona sostanza, è inevitabilmente e continuamente sotto ricatto. Gli ultimi avvenimenti, a mio modesto avviso, stanno a testimoniare che Silvio Berlusconi ha praticamente paura di tutto. Ha paura in primis dei processi che lo riguardano, tanto da modificare spudoratamente l'ordinamento in vigore pur di salvarsi le chiappe. Ha paura delle donne che frequentano le sue residenze, tanto da ricoprirle di gioielli e regalie varie (oltre che di tanto denaro). Ha paura delle elezioni politiche, che fino a pochi mesi fa voleva fortissimamente e che invece oggi teme come la peste. Ha paura dei referendum, tanto da cercare di boicottarli con emendamenti e decreti ad hoc. Ha paura del Parlamento, tanto da non andarci quasi mai, nemmeno se si tratta di discutere di guerra o di pace. Ha paura di Sarkozy, che lo ha messo in riga su tutti i fronti. Ha paura di Gheddafi, che bombarda ma al quale continua a lanciare messaggi di amicizia. Ha paura di Putin, con il quale coltiva ambigui rapporti finalizzati al business del gas. Ha paura degli alleati dell'Italia, che blandisce con ogni sorta di concessioni e cedimenti. Ha paura perfino di Bossi, suo storico alleato, senza il quale il suo governo cadrebbe in men che non si dica. Insomma, Berlusconi ha così tanta paura che vive alla continua ricerca di compromessi che mettano a tacere le sue inquietudini, conseguenze personali della possibile perdita del potere governativo. Silvio Berlusconi parla e agisce come una persona che subisce violentissime pressioni e che vive ossessionata dalla necessità di difendere i suoi interessi privati. In questo modo è più plausibile comprendere la sua totale, improvvisa e imbarazzante subordinazione rispetto a Sarkozy. Solo così è più verosimile considerare le sue continue e ridicole giravolte (tra baciamano, no comment e bombardamenti vari) nei confronti di Gheddafi, oltre ai suoi arcinoti rapporti "speciali" con Putin. Se Berlusconi arriva a sfidare anche Bossi (alle cui richieste si è sempre mostrato fin troppo sensibile) vuol dire che deve schivare pericoli per lui potenzialmente gravissimi. Credo a questo punto che sia alquanto superfluo sottolineare che un presidente del Consiglio ossessionato dalle sue paure non può che danneggiare il nostro Paese. La sua ricattabilità, personale e politica, è diventata oramai un elemento di estrema debolezza per l'Italia, tale da compromettere quotidianamente e pericolosamente gli interessi nazionali e di tutti i cittadini. Non sarebbe meglio rimuovere questo presidente pauroso e ossessionato? La risposta mi sembra ovviamente scontata. O no?
Da un pò di tempo, forse dal caso Noemi di due anni fa, analisti e commentatori politici si sono oramai ritrovati sulla stessa linea di pensiero: il nostro Paese è governato da un presidente del Consiglio che ha paura, che convive con le sue arcinote ossessioni (leggi toghe rosse) e che, in buona sostanza, è inevitabilmente e continuamente sotto ricatto. Gli ultimi avvenimenti, a mio modesto avviso, stanno a testimoniare che Silvio Berlusconi ha praticamente paura di tutto. Ha paura in primis dei processi che lo riguardano, tanto da modificare spudoratamente l'ordinamento in vigore pur di salvarsi le chiappe. Ha paura delle donne che frequentano le sue residenze, tanto da ricoprirle di gioielli e regalie varie (oltre che di tanto denaro). Ha paura delle elezioni politiche, che fino a pochi mesi fa voleva fortissimamente e che invece oggi teme come la peste. Ha paura dei referendum, tanto da cercare di boicottarli con emendamenti e decreti ad hoc. Ha paura del Parlamento, tanto da non andarci quasi mai, nemmeno se si tratta di discutere di guerra o di pace. Ha paura di Sarkozy, che lo ha messo in riga su tutti i fronti. Ha paura di Gheddafi, che bombarda ma al quale continua a lanciare messaggi di amicizia. Ha paura di Putin, con il quale coltiva ambigui rapporti finalizzati al business del gas. Ha paura degli alleati dell'Italia, che blandisce con ogni sorta di concessioni e cedimenti. Ha paura perfino di Bossi, suo storico alleato, senza il quale il suo governo cadrebbe in men che non si dica. Insomma, Berlusconi ha così tanta paura che vive alla continua ricerca di compromessi che mettano a tacere le sue inquietudini, conseguenze personali della possibile perdita del potere governativo. Silvio Berlusconi parla e agisce come una persona che subisce violentissime pressioni e che vive ossessionata dalla necessità di difendere i suoi interessi privati. In questo modo è più plausibile comprendere la sua totale, improvvisa e imbarazzante subordinazione rispetto a Sarkozy. Solo così è più verosimile considerare le sue continue e ridicole giravolte (tra baciamano, no comment e bombardamenti vari) nei confronti di Gheddafi, oltre ai suoi arcinoti rapporti "speciali" con Putin. Se Berlusconi arriva a sfidare anche Bossi (alle cui richieste si è sempre mostrato fin troppo sensibile) vuol dire che deve schivare pericoli per lui potenzialmente gravissimi. Credo a questo punto che sia alquanto superfluo sottolineare che un presidente del Consiglio ossessionato dalle sue paure non può che danneggiare il nostro Paese. La sua ricattabilità, personale e politica, è diventata oramai un elemento di estrema debolezza per l'Italia, tale da compromettere quotidianamente e pericolosamente gli interessi nazionali e di tutti i cittadini. Non sarebbe meglio rimuovere questo presidente pauroso e ossessionato? La risposta mi sembra ovviamente scontata. O no?
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