Comunque, per correttezza riassumo qui i punti salienti della riforma, come sono stati sintetizzati nella delibera della giunta provinciale:
prevedere che le Osterie tipiche trentine caratterizzate da una tipologia di locali e di arredamento (anche con riferimento alla localizzazione, alla struttura architettonica e all’utilizzo del legno e della pietra) che nel sentire comune offrano una percezione rustica-tradizionale, possano avvalersi dell’ulteriore definizione ”Tradizionale”. Tale integrazione risulta necessaria alla luce della varietà degli esercizi oggi aderenti al marchio di prodotto e della necessità di fare chiarezza in merito alle possibili diverse caratterizzazioni dei locali (pur se tutti impegnati nella promozione dei Pag. 3 di 4 RIFERIMENTO: 2012-S156-00007 prodotti e del territorio), evitando di creare nell’utenza eventuali erronee aspettative;
porre un limite temporale di 12 mesi alla nuova eventuale domanda di assegnazione del marchio nei riguardi degli esercizi ai quali il marchio stesso sia stato negato o revocato a causa del mancato rispetto dei relativi requisiti;
prevedere, fatta salva l’esistenza di situazioni adeguatamente motivate, l’obbligo della partecipazione alle iniziative ed agli incontri proposti dalla Provincia autonoma di Trento o da altri Soggetti dalla stessa delegati per la valorizzazione del marchio;
eliminare l’attuale obbligo di disporre per la vendita di prodotti tipici, fatta salva comunque la facoltà di poterlo fare su base volontaria;
prevedere l’obbligo delle presenza di un tagliere di degustazione di salumi trentini con almeno 3 tipologie;
prevedere l’obbligo di presentare e illustrare non solo il menù di degustazione, ma anche il tagliere di degustazione di formaggi trentini ed il tagliere di degustazione di salumi trentini;
eliminare il riferimento alle ricette depositate presso la C.C.I.A.A. di Trento e prevedere l’opportunità di inserire nell’ambito della proposta di menù degustazione la descrizione di alcune delle ricette utilizzate;
eliminare l’obbligo di utilizzare la carta dei vini proposta dalla C.C.I.A.A., fermo restando però l’obbligo di rispettarne tutte le caratteristiche;
introdurre un’operazione di ascolto, con la predisposizione di apposite cartoline a disposizione dei clienti, al fine di consentire l’immediata percezione del livello di adesione al progetto;
rendere compatibile con il marchio di prodotto l’attività di pizzeria, solo qualora sia svolta in locali chiaramente distinti e separati rispetto a quelli della ristorazione tradizionale, siano adottate modalità gestionali e di pubblicizzazione dell’esercizio che non vanifichino le finalità del progetto e sia garantito, per quanto possibile, l’utilizzo di prodotti locali anche nella preparazione delle pizze;
prevedere che i requisiti di adesione al marchio di prodotto debbano essere garantiti tutti i giorni di apertura e nei riguardi di tutta la possibile potenziale utenza.
- Scarica il testo del disciplinare Osteria Tipica Trentina 2012
- Scarica il testo del disciplinare Osteria Tipica Trentina 2003
- Scarica il testo della delibera della giunta provinciale 20 gennaio 2012