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La zona vinicola
La zona vinicola dell'Ostuni è posta proprio ai margini meridionali delle Murge, chiamata Bassa Murgia, tra tre colline oltre le quali inizia a sud la Pianura Salentina.
Le Murge sono fisicamente la spina dorsale della Puglia. È unesteso bastione calcareo che si eleva dal Tavoliere, delimitato dal fiume Ofanto, fino alla soglia messapica, e dalla Fossa premurgiana, a confine con la Basilicata e a sud fino alle sponde adriatiche.
Lo sterminato banco roccioso e arido murgiano, enorme per estensione e spessore (oltre i 2600 m circa in certi punti) occupa i tre quarti della superficie totale della provincia di Bari e gran parte di quella di Taranto, in piccola parte il territorio di Brindisi, proprio nel territorio dell'Ostuni DOC, fino alla Penisola Salentina.
L'etimologia della parola Murgia deriva dalla voce latina "murex-murigis: pietra aguzza". La radice “mur” indica roccia ripida, quindi mur-us, mur-ex, muro, muretti a secco, che caratterizzano non solo il paesaggio agricolo, ma anche alcune famose località come Alberobello.
La Bassa Murgia, con colline più basse, degrada con una certa pendenza, verso l'Adriatico, con declivio dolce verso Sud e Sud-Est. Loro caratteristica è il paesaggio dei trulli.
L'area della Bassa Murgia presenta notevoli diversità climatica, faunistica, floristica e storico-culturale rispetto all'Alta Murgia, su cui sono presenti i rilievi più alti.
Anche la Murgia, come il resto della regione, ha comunque caratteristiche di tipo carsico, con assenza di corsi d'acqua superficiali, presenti invece nel sottosuolo per gli stessi motivi che caratterizzano la Pianura Salentina, con l'inghiottimento dell'acqua piovana nelle numerose fessure presenti.
Possono comunque formarsi, al fondo delle depressioni coperte di terra rossa, effimeri specchi d’acqua: i laghetti carsici.
Le Terre rosse, che caratterizzano tutta la zona, sono costituite soprattutto dagli elementi insolubili del calcare, come l’ossido di ferro (FeO) che dà colore ruggine al terreno in seguito alla continua degradazione delle rocce calcaree e da sostanze argillose e impurità, presenti in origini nelle rocce calcare.
Le Murge sono di natura calcarea e hanno un’origine molto antica, risalente all’Era secondaria, sedimentate nell’ultimo periodo del Mesozoico, il Cretaceo, circa 130 milioni di anni fa.
I calcari murgiani e pugliesi appartengono a due distinte formazioni: i calcari di Bari, più antichi, che hanno strati di piccolo spessore (calcari a chiancarelle) e i calcari di Altamura, successivi come deposizione, con una stratificazione meno fitta.
I fossili sedimentati delle Murge sono le rudiste, molluschi appartenenti alla classe dei bivalvi (lamellibranchi) con dimensioni variabili da specie a specie, da pochi centimetri fino ad oltre un metro. Vivevano tra il livello di bassa e quello di alta marea e, quindi, indicano le antiche linee di costa.
I vitigni rossi
L'Ottavianello è il nome pugliese del vitigno francese Cinsault (o Cinsaut) ed è una varietà piuttosto simile alla Grenache.
Ha una buona resistenza alla siccità, molto importante in una regione come la Puglia, però deve essere controllato molto nelle rese per non dar luogo a vini ordinari. Se tenuto su rese di 40 ettolitri per ettaro fornisce vini di qualità, con inebrianti aromi che ricordano la vernice.
Comunque fornisce generalmente vini leggeri e morbidi da giovani e più eleganti se invecchiati. Viene molto usato nella produzione dei rosati, ed è molto sensibile al marciume.
Il Notar Domenico è coltivato soltanto in questa parte d'Italia, e per il taglio dei vini. La sua estensione coltivata è sempre più ridotta. Ha una buccia sottile e tenera, con alte concentrazioni di pruina, con una produzione discreta ed elevata resa nei mosti, ma può essere eccessivamente vigorosa nei terreni troppo fertili.
Il Sussumaniello è un'altra varietà coltivata quasi esclusivamente in Puglia, che invece sta conoscendo una nuova notorietà grazie a una regressione delle superfici vitate e delle rese che ne hanno esaltato le qualità. Quest'uva infatti diminuisce di molto le rese con l'invecchiamento dei ceppi, e per questo era stata abbandonata, ma queste basse rese hanno fatto si che i vini prodotti aumentassero di molto la proprietà organolettiche, portando così alla sua riscoperta negli ultimi anni.
L'Ostuni Ottavianello DOC rosso
Il rosso prende il suo nome dal vitigno Ottavianello, che deve esere presente nell'assemblaggio per almeno l'85%. Le uve secondarie sono il Negro amaro, il Malvasia nera, il Notar Domenico e Sussumaniello, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 15%.
Le rese massime non devono superare le 11 tonnellate per ettaro e i vini devono avere un titolo alcolometrico di almeno 11,00% vol.
L'Ostuni Ottavianello ha colore che varia dal cerasuolo al rosso rubino tenue, comunque molto chiaro. Il profumo è vinoso, delicato con sapori asciutti e armonici.
Si accompagna bene con carni bianche e abbacchio al forno, agnello e capretto arrosto, minestre asciutte e antipasti di terra.
Le aziende
Le aziende vinificano a livello locale questo vino difficilmente reperibile al di fuori della sua area di produzione.
Tra le più conosciute sicuramente c'è Butrugno.