Ottime le prospettive di cooperazione universitaria tra Italia e Etiopia riferite al rientro dal ministro Stefania Giannini

Creato il 20 marzo 2016 da Marianna06


Nell'incontro bilaterale avuto con il presidente etiope Mulatu Teshome e con il premier Haile Mariam Desalegn, il nostro ministro dell'Istruzione,Stefania Giannini, nel recentissimo viaggio in Etiopia al seguito del presidente della Repubblica Mattarella, ha riferito alla stampa che da parte delle autorità etiopi è emersa una forte domanda di intensificare la cooperazione universitaria soprattutto nel settore della formazione tecnica e professionale.

E questo a partire dalla scuola secondaria fino alle facoltà collegate all'università.

Gli etiopi, ad esempio, sono interessati a tutti i settori di ingegneria e agraria-ha precisato la Giannini.  

Da questo nascerà un accordo quadro bilaterale, di intesa con il Ministro dell'Istruzione Etiope, che avra' come punti di riferimento alcune proposte precise, che siamo in grado adesso di raccogliere". 

La prima proposta è l'utilizzo dei pensionati nella formazione dei professori, visto che loro non hanno forze interne al paese per accompagnare la formazione e il raccordo con l'impresa che si collega alle facolta' scientifiche.

L'idea è quindi di proporre a professori universitari in pensione di fare un semestre di seminari in Etiopia.

Questa è una cosa-ha sottolineato il ministro- che ormai, con le nuove norme, è possibile fare,e su cui ci siamo quindi potuti impegnare ad Addis Abeba. 

Il ministro dell'Istruzione etiope è poi molto interessato all'istruzione professionale perché si ritiene che per i loro giovani sia una possibilita' di formazione in loco e un freno alla fuga dell'emigrazione.

L'Etiopia sta crescendo dell'8%, sono 99 milioni di abitanti e il 70% e' al di sotto dei trent'anni. Un bacino molto fertile se coltivato". In Etiopia la disoccupazione resta alta, ma passi avanti sono stati fatti e negli ultimi cinque anni questo governo ha abbattuto i tassi di poverta' assoluta dal 55% al 22%. 

                      a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)