Una data che non poteva passare in silenzio e nella cittadina ionica ha avuto luogo la commemorazione per un uomo che è divenuto un amaro esempio di lotta contro la mafia.
“Riaccendiamo la speranza” è il nome che si è voluto dare alla celebrazione che si è svolta presso la Casa della cultura del Comune di Locri, preceduto dalla deposizione della corona di fiori a Palazzo Nieddu del Rio, l’edificio dove Fortugno fu ucciso. Presenti, insieme alla moglie Maria Grazia Laganà e ai figli, anche le massime autorità locali.
Nel corso della manifestazione la vedova Fortugno si è soffermata sull’ omicidio del marito: “Ancora oggi dopo anni di indagini – ha dichiarato – sono certa che tutta la verità sull’omicidio di Franco non sia emersa. C’è una zona d’ombra rimasta inesplorata. Non mi sorprende e, a ben pensarci, è una costante della storia dell’Italia. I delitti più gravi della nostra Repubblica sono rimasti in gran parte irrisolti“.
Un evento, quello della morte del vicepresidente dell’assise calabrese, che fa parte, purtroppo, di una lunga scia di sangue lasciata da quegli uomini che “hanno pagato con il sacrificio della vita, il rifiuto di ogni pratica di intimidazione della criminalità organizzata”, come ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel commosso messaggio inviato alla famiglia del medico e politico calabrese.
A chiusura della giornata il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha ribadito l’importanza del ricordo del sacrificio di Franco Fortugno, e la necessità che i giovani, i cittadini e le istituzioni collaborino insieme per un futuro migliore. Il primo cittadino, nel suo discorso, ha rafforzato un concetto fondamentale: “Bisogna scegliere da che parte stare. Noi abbiamo scelto di stare dalla parte giustizia e l’auspicio è che tutti seguano il nostro esempio, scegliendo di stare dalla parte della legge e dallo Stato“.