Otto nuovi aeroporti U.S.A per voli su Cuba

Da Astonvilla
L’agenzia statunitense Customs and Border Protection ha autorizzato Mercoledì (09-03-2011) , 8 nuovi aeroporti internazionali americani, ad offrire voli charter su Cuba. Prima di questa nuova autorizzazione, gli unici aeroporti con la possibilità di offrire voli verso l’isola caraibica, erano quelli di New York, Miami e Los Ángeles.
Con la nuova autorizzazione ora, si incorporano 11 nuovi terminali, dove, dagl’aeroporti di Chicago OHare (Illinois), Baltimore (Maryland), Dallas/Fort WorthNew Orleans (Luisiana), Pittsburgh (Pensilvania), Tampa (Florida), Atlanta (Georgia) e San Juan (Puerto Rico) nuovi potenziali turisti e soprattutto un milione e mezzo di cubani residenti negli Stati Uniti, potranno usufruire, anche se con delle limitazioni, della nuova implementazione dei voli verso Cuba. Tale permesso era stato annunciato a Gennaio di quest’anno dal presidente Barack Obama, come sforzo per migliorare l’avvicinamento al popolo cubano. Inoltre a Gennaio, il presidente statunitense annunciò anche la possibilità per i cittadini Americani, di spedire una maggiore quantità di denaro verso i cittadini dell’isla, permettendo di inviare fino ad un massimo di 2000 dollari l’anno.
Fino ad ora l’aeroporto che ha rappresentato il maggior punto d’imbarco verso l’isola caraibica è stato quello di Miami, dove vi è una gran concentrazione di cittadini cubano/americani residenti.
Probabilmente i nuovi voli potranno essere operativi nel periodo compreso tra Agosto e Novembre.
Bob Rohrlack, presidente della camera del commercio di Tampa (Florida, USA) ha dichiarato in merito che ora “i cubano-americani che risiedono nella comunità, come le imprese che realizzano transazioni commerciali legali con Cuba , ora potranno risparmiare tempo e denaro con voli senza scali, direttamente dall’aeroporto di Tampa”.
Ho dei seri dubbi sul fatto che tale decisione sia stata presa, come alcune testate internazionali riportano, e come detto dallo stesso presidente statunitense, per creare dei presupposti di avvicinamento con il popolo cubano. La tanto auspicata normalizzazione tra i due paesi certamente non passa solamente dagli investimenti commerciali, o dalle misure “salva crisi” statunitensi, quando queste sono create con una logica “unilaterale” e fine a se stessa. Sono ben altre le vie da percorrere.
Comunque sia un maggior flusso di turismo sicuramente porterà i suoi indubbi benefici anche alla già provata economia cubana, non esente dalla crisi economica che imperversa mondialmente.
Rimane il fatto, che tutto ciò è certamente più apprezzabile dell’ inasprimento dei viaggi e delle rimesse familiari che fece l’ex presidente W. Bush nella “folle” politica di intensificazione del blocco economico/finanziario, durante il suo mandato.

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