Con la nuova autorizzazione ora, si incorporano 11 nuovi terminali, dove, dagl’aeroporti di Chicago OHare (Illinois), Baltimore (Maryland), Dallas/Fort WorthNew Orleans (Luisiana), Pittsburgh (Pensilvania), Tampa (Florida), Atlanta (Georgia) e San Juan (Puerto Rico) nuovi potenziali turisti e soprattutto un milione e mezzo di cubani residenti negli Stati Uniti, potranno usufruire, anche se con delle limitazioni, della nuova implementazione dei voli verso Cuba. Tale permesso era stato annunciato a Gennaio di quest’anno dal presidente Barack Obama, come sforzo per migliorare l’avvicinamento al popolo cubano. Inoltre a Gennaio, il presidente statunitense annunciò anche la possibilità per i cittadini Americani, di spedire una maggiore quantità di denaro verso i cittadini dell’isla, permettendo di inviare fino ad un massimo di 2000 dollari l’anno.
Fino ad ora l’aeroporto che ha rappresentato il maggior punto d’imbarco verso l’isola caraibica è stato quello di Miami, dove vi è una gran concentrazione di cittadini cubano/americani residenti.
Probabilmente i nuovi voli potranno essere operativi nel periodo compreso tra Agosto e Novembre.
Bob Rohrlack, presidente della camera del commercio di Tampa (Florida, USA) ha dichiarato in merito che ora “i cubano-americani che risiedono nella comunità, come le imprese che realizzano transazioni commerciali legali con Cuba , ora potranno risparmiare tempo e denaro con voli senza scali, direttamente dall’aeroporto di Tampa”.
Ho dei seri dubbi sul fatto che tale decisione sia stata presa, come alcune testate internazionali riportano, e come detto dallo stesso presidente statunitense, per creare dei presupposti di avvicinamento con il popolo cubano. La tanto auspicata normalizzazione tra i due paesi certamente non passa solamente dagli investimenti commerciali, o dalle misure “salva crisi” statunitensi, quando queste sono create con una logica “unilaterale” e fine a se stessa. Sono ben altre le vie da percorrere.
Comunque sia un maggior flusso di turismo sicuramente porterà i suoi indubbi benefici anche alla già provata economia cubana, non esente dalla crisi economica che imperversa mondialmente.
Rimane il fatto, che tutto ciò è certamente più apprezzabile dell’ inasprimento dei viaggi e delle rimesse familiari che fece l’ex presidente W. Bush nella “folle” politica di intensificazione del blocco economico/finanziario, durante il suo mandato.