di Luigi Scorrano
Su questo tema, da intendere in modi non strettamente vincolanti, l’importante è mettere in evidenza come la piazza eserciti ancora, e fortemente, un potere d’attrazione e costituisca un vivo centro di comunicazione. E nell’ambito della comunicazione vanno viste le presentazioni di libri, le rappresentazioni teatrali, le mostre d’arte, le serate musicali, i dibattiti, gli incontri con artisti ed intellettuali, le letture di poesia, ecc.
La Piazza è lo spazio comune nel quale tutti possono incontrarsi, senza distinzione di classe; fu il luogo, un tempo, della domanda e dell’offerta di lavoro; è lo spazio nel quale hanno luogo cerimonie pubbliche civili e/o religiose; è l’ambiente in cui normalmente si svolge il confronto/dibattito in pubblico tra le parti politiche aspiranti alla realizzazione dell’amministrazione locale. Ma è anche luogo di gioiosi incontri di giovani e di ragazzi, è spazio aperto alle più svariate attività e possibilità. Non casualmente una rivoluzionaria modalità di comunicazione d’oggi, Internet, è paragonata ad una piazza allargata a tutto il mondo.
E piazza, a suo modo ma senza forzature, può essere considerata la biblioteca in cui i vari saperi sono posti a disposizione di tutti. Ed è tempo di passare dalla biblioteca dei soli “lettori” a quella dei “cittadini”. Per quanto possa cambiarne nel tempo l’uso, la piazza resta il posto privilegiato del confronto e dell’incontro. Privato e pubblico vi si intrecciano in un crocevia di comunicazione che resta unico ed insostituibile. Vi domina la cronaca quotidiana, il commento dei fatti più diversi, dalla passione politica al pettegolezzo locale, ma sempre con quella vivacit{ ch’è propria di un luogo che può essere considerato il luogo per eccellenza della costruzione d’una storia ’parlata’, narrata giorno dopo giorno nel suo stesso farsi: tragica e comica, pervasa dalla nostalgia o spinta continuamente da un impulso di novità del tutto che ne costituisce la vita e l’anima e le conferisce un carattere di inimitabilità che vanamente si cercherebbe in altri luoghi.
La piazza ’vitale’: dal Salento al Gargano
Andar per piazze, scoprirne gli angoli che ne fanno qualcosa di unico, carpire le magie che la luce e l’ombra vi portano nelle varie ore del giorno, porgere l’orecchio ai discorsi che vi si fanno, scoprire le strutture che le rendono solenni e monumentali o graziose nella loro semplicità, o severe, o cordiali, o ricche di tante sfumature del loro carattere… Sarebbe un bell’itinerario.
Piazze di Puglia, dal Salento al Gargano, invitanti; anche per la rappresentazione che chi le frequenta vi dà di se stesso o della propria comunità. Piazze che risuonarono di canti di gioia, ma anche delle voci di protesta delle lotte sociali, delle grida dei fanciulli persi nei loro giochi infantili e delle parole gravi degli adulti che chiedevano pane e lavoro. Circondate da edifici di linee semplici o artificiose, esse sono pur sempre il teatro di una vita varia, di un’umanit{ che ha sognato, costruito, penato, emigrato, gioito, pianto, sperato…
Piazze di Puglia, dalle mille voci!