Esce domani, 23 ottobre, un libro che mi incuriosisce molto, così come tutto ciò che ha a che vedere con il concetto di “sliding doors”, di differenti possibilità: una signora ormai in là con gli anni, ricoverata in casa di cura, ha memoria del suo passato, o meglio di due differenti passati. Ma ciò che i medici credono essere i primi segnali di demenza senile, potrebbero in realtà essere indizi di un trascorso che la protagonista vuole ad ogni costo ricostruire perché le sue scelte sembra abbiano cambiato non solo la sua vita. Il romanzo è “una raffinatissima ucronia, resa attraverso il registro del realismo narrativo (stile sobrio e sorvegliato, privo di sentimentalismi, che non a caso ha fatto ricordare a qualcuno quello dei racconti di Alice Munro)“. Sono riuscita ad incuriosire anche voi? In attesa di leggerlo e recensirlo, ecco la trama e alcune informazioni sull’autrice.
2015: Patricia Cowan è una donna molto in là con gli anni (è nata nel 1926), ricoverata in una casa di cura. Le sfuggono dettagli altrimenti facilmente impressi nella memoria dei più – come l’anno in cui sta vivendo o gli eventi principali della vita dei figli –, rammentandone altri che, al contrario, non paiono possibili. I suoi ricordi prendono due differenti e inconciliabili direzioni dal 1949, quando Patricia riceve la proposta di matrimonio di Mark Anston, aspirante filosofo con velleità accademiche, incontrato a Oxford dove entrambi studiano. Ha effettivamente accettato di sposare Mark, rivelatosi poi uomo e marito accecato da un bigottismo furioso e aggressivo che ha spazzato via ogni possibile gioia dalla loro unione, malgrado la nascita di quattro figli? Con altrettanto nitore, infatti, Patricia ricorda di essersi legata – a dispetto dei pregiudizi dell’epoca – a un’altra donna, la biologa Bee, con la quale ha allevato tre figli. Il suo senso di scissione diventa un tarlo insostenibile, generandole domande su domande a cominciare dal suo stesso nome: si chiama Trish o Pat? È stata una casalinga affrancatasi dall’intollerabile routine coniugale soltanto dopo la crescita dei figli, per dedicarsi, finalmente, all’impegno politico? Oppure un’affermata scrittrice di guide di viaggi, forte di un amore pieno di comprensione e attenzione? Anche la memoria dei fatti storici differisce a seconda della vita che Patricia ha avuto. I ricordi confusi di due passati così antitetici vengono scambiati dai medici per sintomi di demenza senile. Ma l’anziana donna non ne è affatto certa, e vuole cercare di rimettere insieme i pezzi per capire chi è stata in realtà, anche perché le sue scelte individuali – così diverse – sembra abbiano avuto un peso sulle sorti del mondo al punto da farlo diventare un posto incantevole in cui vivere e, contemporaneamente, lo scenario di azioni spaventose.
Jo Walton (Aberdare, Galles 1964) è poetessa e scrittrice. Nel 2002, ha vinto il John W. Campbell Award come Miglior Scrittore Esordiente. Tra i suoi romanzi, oltre a Le mie due vite, Un altro mondo (Nebula e Hugo Awards 2011, British Fantasy Award 2012), primo titolo pubblicato in Italia per i tipi di Gargoyle (2013), The King’s Peace (2000),The King’s Name (2001) e Tooth and Claw (World Fantasy Award 2004). Vive a Montreal (Quebec) con il marito e il figlio.
Il suo sito web è: www.jowaltonbooks.com.
Titolo: Le mie due vite
Titolo originale: My Real Children
Autrice: Jo Walton
Traduttrice: Daniela Di Falco
Editore: Gargoyle
Collana: Gargoyle Books
Pagine: 313
Prezzo: E. 18,00 cartaceo
Data di uscita: 23 ottobre 2014
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