Quante persone la sera della strage a Parigi sapevano che l’inchiesta su Charlie Hebdo era stata fermata da oltre un mese dopo l’invocazione del segreto militare sulla provenienza delle armi usate i terroristi, ufficialmente comprate nella Repubblica Ceca dai servizi segreti francesi? I magistrati di Lilla che hanno scoperto la cosa si sono salvati la vita chiudendo l’inchiesta davanti al segreto di stato. E così sia.
Pochi giorni fa l’ex capo dei servizi segreti interni di Parigi, nel totale silenzio dei media mainstream, ha rivelato come due anni fa il governo francese abbia rifiutato per “ragioni ideologiche” l’aiuto di Damasco che voleva fornire la lista dei cittadini francesi che militavano nei gruppi terroristi (vedi qui). E oggi il giornale on line Mediapart chiede scusa ai lettori per aver taciuto la notizia che i servizi sapessero vita, morte e miracoli di Ismaël Omar Mostefaï, uno dei terroristi del Bataclan, e di tutta la cellula salafista di Chartes a cui apparteneva. Un silenzio esplicitamente richiesto (in realtà imposto con il ricatto dello stato di urgenza) dalle autorità con il pretesto di non interferire con le indagini e accettato dalla redazione nonostante il fatto che questo ponga domande inquietanti sulla lotta al terrorismo (vedi nota). E non è certo l’unica incredibile “distrazione” rispetto a facce note della guerra terrorista che andavano e venivano dalla Francia alla Siria, compreso Abaaoud.
Tuttavia solo queste tre informazioni richiedono qualche ora di navigazione mirata e magari, come in questo caso, anche la possibilità di abbonarsi a siti informazione non gratuiti. A chi non ha tempo per dedicarsi alla ricerca certosina delle notizie, cioè al 99, 9 periodico della popolazione, la grande informazione dedica tuttavia uno spazio di riflessione per evitare che qualcuno senta la mancanza di un pensiero più libero, meno condizionato dal potere e così abbiano grandi affreschi di sociologismi domenicali come quello dipinto da Vattimo sul Fatto: il filosofo si chiede e se per caso questi attacchino per noia o perché sono esclusi. L’articolo è meno cretino di quanto il titolo non faccia sospettare, anche se scritto da uno che al tempo del primo komeinismo propose di bombardare Teheran con cassette porno e preservativi come assaggio degli irrinunciabili valori occidentali, del tutto ignaro che il sesso in quanto tale è un problema in ambito cristiano occidentale e non islamico. Il fatto è che con questi pensamenti trascina il gregge dei dubbiosi nel recinto delle pensose banalità, purché ci si allontani dagli arcani imperii, da politiche e geopolitiche contraddittorie e artificiali che le elites mettono in piedi per radicare il loro potere, per depistare le opinioni pubbliche occidentali orientandole alla guerra santa e alla distruzione della democrazia reale per meglio rapinarle di diritti e di futuro.
Proprio per questo non ho alcun dubbio sul fatto che i terroristi vogliano distruggere quei valori di libertà, di diritti e assieme di tutela sociale che sono stati il sogno e la battaglia di generazioni. Ma loro non sono che manovalanza ottusa, spesso ingaggiata da misteriosi caporali che rimangono nell’ombra: è il mandante che si prefigge lo scopo e che tradisce tutti. Se non lo vediamo tanto tanto vale scendere in piazza a gridare, oui je suis testa di cazzo
Nota “À la demande expresse des autorités, nous avons accepté, après un débat collectif au sein de la rédaction de Mediapart, de différer la publication de cet article afin de ne pas prendre le risque de compromettre les investigations en cours dans le cadre des attentats de Paris. Après l’avoir retenue pendant plusieurs jours, nous avons pris la décision de publier cette enquête, qui pose des questions légitimes sur la lutte antiterroriste”