È la mia risposta alla domanda che Maïa Mazaurette propone in un suo imperdibile post:
Peut-on remplacer Dieu par le sexe?In effetti, anche lei arriva a tale conclusione, con brillante senso logico.Mi piace molto questo passaggio, che traduco per divertimento:
Diciamo che Dio è l'Apple e che il sesso è l'open-source. Per questo propongo di meditare sulle parole di Benedetto XVI: «Sì, l'amore è “estasi” ma estasi non nel senso di un momento di eccitazione, ma estasi come cammino, come esodo permanente che va dall' io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, precisamente verso la scoperta di se stesso, più ancora verso la scoperta di Dio». Con ciò dicendo che l'open-source dovrebb'essere utilizzato solo per sviluppare prodotti Apple.Appunto. Le parole del Papa [e non so dov'egli scriva questo, do per buono che lo abbia scritto], implicitamente, dicono che sì, fare sesso è importante, ma non tanto per il godimento in sé, quanto per liberare se stessi e, ancor più, per scoprire Dio, meglio ancora: per far godere Dio, ovvero la Chiesa. Dunque, il sesso come accesso al divino; ma visto che il divino si manifesta nei modi e nei termini che la Chiesa dispone, il sesso, più che far scoprire Dio, sviluppa e sostiene la Chiesa di Dio. Insomma, fottere sì, ma per far godere la Chiesa.
Inoltre, mi chiedo: tra i vari tipi bondage e il cilicio della Binetti c'è un nesso? Tra il frustarsi le palle o la schiena, differenze? Si potrebbero fare molteplici considerazioni in merito. Tuttavia, come fa ben notare Maïa, avere noi umani tra le mani (e non solo tra le mani) un potente strumento di gratificazione corporale e psichica come il sesso consapevole e liberamente scelto, ci consentirebbe di rimpiazzare Dio con qualcosa di più divino e gratificante, con qualcosa di più religioso (in senso etimologico di re-ligare) e fondante di un Ente che, dopo aver ispirato la scrittura dei Libri sacri, non ha più avuto il coraggio di farsi vedere, o sentire, oggi, che abbiamo ben più evoluti mezzi di registrazione.