“I simboli, con ogni evidenza, non sono fatti per tradurre quelle che siamo soliti definire ‘verità scientifiche’; restano elastici, vaghi ed ambigui per natura, come le sentenze degli oracoli, in quanto la loro funzione essenziale consiste nello svelare i misteri, lasciando allo spirito tutta la sua libertà. Sotto questo aspetto c’è un abisso fra il simbolo e il dogma. Quest’ultimo si presta all’indottrinamento tirannico; è lo strumento di una disciplina intellettuale rigida ed assoluta, come la intendono le chiese, le scuole e le sette. Il simbolo invece favorisce l’indipendenza a scapito delle ortodossie dispotistiche; non c’è da stupirsi perciò che tutte le iniziazioni ne abbiano fatto uso, in quanto esso soltanto permette di sottrarsi alla schiavitù delle parole e delle formule, per giungere al reale affrancamento del pensiero. (…) La conoscenza occulta non si comunica né con i discorsi né con gli scritti; la si può conseguire unicamente con la meditazione: per scoprirla è necessario rientrare in se stessi e si ingannerebbe chi la cercasse fuori di sé. Questa è l’interpretazione che bisogna dare al ‘Conosci te stesso’ di Socrate.“
Piotr Demianovic Ouspensky, Il simbolismo dei Tarocchi (A new model of universe, 1911)