Out of Sight: Pavoletti, il S. Giovanni del Genoa

Creato il 19 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

“Out of Sight: l’uomo in più” torna a concentrarsi sulla Serie A, che sta offrendo il campionato più intenso e combattuto da almeno 6 anni, e soprattutto su Leonardo Pavoletti.

Napoli e Juve sembrano avere organico e mentalità adatte per restare al vertice, ma nonostante un avvio di 2016 in calo Inter e Fiorentina continueranno a insidiare le big italiane per un posto in Europa. L’unica incognita è la Roma, che ha un organico di primo livello ma sta risentendo di carenze difensive esorbitanti e di un ambiente che non favorisce la tranquillità dei giocatori, ma con Spalletti è probabile una risalita nella lotta per il terzo posto. In tutto ciò, sembra essersi smarrito il Genoa, che con Gasperini lo scorso anno si era matematicamente conquistata l’accesso in Europa League, poi negato per beghe fiscali. Oggi lotta per scampare l’incubo (tanto incombente quanto improbabile) della retrocessione, ristagnando al 16º posto a sole 4 lunghezze dalla parte infima della classifica. In una stagione da incubo, però, i rossoblu hanno visto nascere un goleador, un talento che a suon di marcature si sta rivelando l’unico trascinatore in cui poter riporre le speranze per una risalita: Leonardo Pavoletti.

Con la doppietta contro il Palermo, nel sonoro 4-0 valso il sorpasso in classifica, “Pavogol” ha raggiunto la quota di 10 goal in 13 presenze. Le statistiche sono impressionanti: con una media di rendimento altissima (1 rete ogni 94′), che supera di gran lunga molti top player acclamati del nostro campionato (da Dzeko a Morata), il ventottenne livornese è di gran lunga il giocatore più prolifico della rosa, con un bottino di ben 43% del totale delle reti messe a segno dalla squadra in questa prima metà di stagione (23). Una consacrazione nel calcio che conta per Pavoletti, che potrebbe valergli la convocazione per gli Europei di giugno, sempre che riesca a mantenere questa inattesa continuità di rendimento.

Devastante Leonardo #Pavoletti che raggiunge la doppia cifra con la doppietta al @palermocalcioit. #SkySerieA pic.twitter.com/40QB6EFM2h

— Sky Sport (@SkySport) 17 Gennaio 2016

Classe 1988, Pavoletti nasce a Livorno. Lo sport è una componente fondamentale della sua crescita fin dall’infanzia, il talento e le doti fisiche non gli mancano, ma sicuramente è un predestinato. Il padre è un maestro di tennis, e Leo muove i primi passi sulla terra rossa e con una racchetta in mano. È a 10 anni che scopre di avere una particolare abilità con la palla al piede, e dopo un provino a cui il padre l’aveva condotto per sfizio e senza alcuna particolare aspettativa, Pavoletti si diletta nel gruppo sportivo C.N.F.O. (la squadra locale), per quattro anni. A 14 anni passa all’Armando Picchi, club verso cui nutre una profonda riconoscenza per l’importanza della formazione ricevuta: è lì che inizia a coltivare le proprie doti da attaccante, aspirando a diventare un giorno come il proprio idolo Marco Van Basten, a cui Pavogol non nasconde di essersi ispirato durante tutta la propria carriera. Da giovanissimo viaggia per l’Italia cambiando spesso società, senza mai trovare una continuità di risultati che gli consenta di accedere al calcio che conta: Juve Stabia, Viareggio e Pavia. La svolta arriva, finalmente, col passaggio alla Virtus Lanciano, che lo incorona come imprescindibile goleador: la stagione del 2011/2012 si conclude con il titolo di capocannoniere di Lega Pro per il giovane livornese e la promozione in Serie B, con ben 16 reti. Il Sassuolo, che ha sempre una discreta lungimiranza nell’individuazione delle giovani promesse, senza indugi lo acquista a titolo definitivo l’estate stessa. La prima stagione in Serie B per Pavoletti prosegue sulla falsariga di quella precedente. L’esordio è estremamente convincente, con 6 goal nelle prime 4 apparizioni stagionali, per poi concludersi con un bottino finale di 11 reti, in una stagione travagliata da una discutibile squalifica per doping causato dall’assunzione di un decongestionante nasale che lo tiene lontano dai campi per più di un mese. I neroverdi conquistano la prima storica promozione nella massima divisione, ma per incantare la Serie A Pavoletti dovrà attendere ancora più di un anno: dopo sole due presenze in nel massimo campionato, viene girato in prestito al Varese, che milita in Serie B. Ma non vive la cessione come una bocciatura, anzi. L’umiltà di Pavoletti è la sua caratteristica peculiare: lo ha dimostrato recentemente, rifiutandosi di indossare la 22 del Grifone per non creare confronti con l’ultimo possessore illustre, un mostro sacro, Diego “el principe” Milito, che in Italia ha vinto tutto in una sola stagione in un top club. Con l’ardore e la leggerezza tipiche dei livornesi, Pavoletti ha disputato una stagione con un rendimento devastante, contribuendo fortemente alla salvezza del club a rischio retrocessione: 24 reti in 38 presenze, con tanto di poker al Novara nel match spareggio di fine maggio. Il ritorno al Sassuolo è soltanto passeggero, con Di Francesco l’idillio non sboccia e a gennaio viene nuovamente ceduto in prestito, al Genoa, club in quel momento in grande spolvero. È il salto di qualità che cambia per sempre la sua carriera: il primo goal coi grifoni risale ad aprile, a 4 mesi dall’esordio, alla Lazio, ma da quel momento è inarrestabile: 6 reti in sole 10 partite. Gasperini ne ammira l’esplosività e le qualità offensive, e spinge la società al riscatto: 3 milioni e mezzo. Il resto è già storia. Storia di un ragazzo semplice, inquadrato, ambizioso ma mai schiavo dei propri obiettivi. L’impegno profuso è sempre il massimo. Forse anche eccessivo, vista la squalifica pesante recentemente inflittagli per un fallo dettato dalla trance agonistica. Fuori dal rettangolo verde, come tutti i livornesi, Pavoletti è uno “svagato”, non segue il calcio in TV, coltiva vecchie amicizie del liceo, e si diletta nel tempo libero leggendo seduto in poltrona mentre un maiale vietnamita di quasi 100 chili gli scorrazza per il salotto. Se migliorerà nella tenuta mentale, aspetto di primaria importanza per l’attuale CT della Nazionale, potrebbe rientrare nei 23 che a giugno si presenteranno in Francia per riscattare la storia recente della tanto bistrattata maglia azzurra. Sarebbe un bel riconoscimento, per un ragazzo che sembrava destinato alla terra rossa.

#Genoa la magia di Leonardo #Pavoletti da rivedere in loop @GenoaCFC pic.twitter.com/HeEeuDbSe8

— Serie A TIM (@SerieA_TIM) 18 Gennaio 2016

Tags:calcio,genoa,Italia,Juve Stabia,Leonardo Pavoletti,Livorno,Pavoletti,Pavoletti Genoa,Sassuolo,Serie A,sport

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