L’over-packaging è un fenomeno che riguarda una vastissima varietà di prodotti, dall’elettronica di consumo, ai ricambi (cartucce per stampanti), al cibo (sandwich nei fast food) fino ad arrivare ad un’infinità di prodotti presenti nei supermercati: non si salva quasi niente.
Ecco l’ultima trovata della Del Monte, famosa azienda di prodotti a base di frutta, che ha deciso - senza tanti contraddittori, di immettere sul mercato interno USA le BANANE CONFEZIONATE UNA AD UNA, così.. come se fossero degli snack e degli stuzzichini da mordicchiare.. per un "trasporto più pratico".
Ovviamente c’è una ragione per questa scelta, ed è prettamente commerciale. E’ ben noto che negli USA mangiare sano è un’impresa ed è un’opzione poco disponibile per la stragrande maggioranza degli americani. Quindi equiparare una banana ad uno snack è molto probabile che sarà un ritorno in termini di incremento delle vendita molto interessante. D’accordo ma: E TUTTO IL RIFIUTO DELLA CONFEZIONE, DOVE ANDRA’ A FINIRE? Negli USA la raccolta differenziata è già al livelli pressochè nulli.. altro rifiuto.. altro inquinamento!
Curiosamente l’idea della banana confezionata singolarmente non è piaciuta affatto in Inghilterra, dove la Del Monte si è trovata un bel "forget about it" dall’Associazione Governativa Locale per l’Ambiente che ha espresso MOLTI DUBBI sull’impatto ambientale di questo prodotto accusando la multinazionale di over-packaging.
E’ lecito chiedersi: ma cosa serve togliere le borsette di plastica se poi OGNI COSA E’ DELIBERATAMENTE CONFEZIONATA (in alta percentuale inutilmente) SENZA NESSUNA REGOLAMENTAZIONE?
Di una cosa sono fortemente convinto: è il consumatore finale che fa la differenza. Non acquistare ciarpame ultra confezionato convincerà gli amministratori delegati dell’over-packaging mondiale a rivedere le proprie logiche di marketing.