Le biotecnologie stanno gradualmente modificando la percezione che l’uomo ha di se stesso, del proprio rapporto con gli altri e della società in cui è inserito. Le possibilità di intervenire in modo sempre più radicale sul proprio corpo, ampliandone le capacità ed aumentandone le prestazioni – tanto sul piano fisico quanto sul piano cognitivo – inclinano infatti verso una visione strumentale del corpo, assunto come oggetto manipolabile in base ai desideri individuali.Immagine: da PharmaInfo.net
Nel contesto di una riflessione che metta a tema il rapporto uomo-tecnica, risulta di particolare interesse concentrare l’attenzione sulle possibilità (e sulla liceità) di potenziare artificialmente il corpo umano nel contesto della pratica sportiva. Attraverso una riflessione sul doping, infatti, è possibile cogliere con grande chiarezza i problemi etici connessi alla volontà di perfezionare la natura umana. Non solo. Sostare sulle ragioni che spingono il professionista ma anche, e soprattutto, il semplice amatore a fare ricorso al doping, consente di porre al centro della riflessione il senso e il valore attribuito all’attività sportiva e di quelle pratiche (in primis la medicina) che ordinariamente la supportano.
Lo sport è, o dovrebbe essere, ad un tempo, buona pratica di vita e metafora efficace per l’educazione alla vita buona; ma lo sport è, anche, uno specchio attraverso il quale osservare le criticità della società contemporanea. Riflettere seriamente sul doping sportivo significa dunque interrogarsi sull’umano nella sua integralità.
Over the Top. Prestazioni, doping e limiti: il senso dello sport e il senso della vita
Creato il 30 ottobre 2013 da EstropicoPossono interessarti anche questi articoli :
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Il 27 gennaio 2012 da Buenobuonogood
ECOLOGIA E AMBIENTE, SOCIETÀ, TECNOLOGIA