Ferzan Özpetek ha due opere che bollono in pentola: un film (e fin qui non c'è nulla di sorprendente visti i nove già all'attivo) e un libro, che uscirà a ottobre per Mondadori. A maggio sono iniziate, a Lecce, le riprese di Allacciate le cinture; dopo Mine vaganti il regista turco naturalizzato italiano torna a girare in Puglia. A far da sfondo al suo primo romanzo sarà, invece, la città natale, in cui Özpetek ha anche ambientato due film: Il bagno turco e Harem Suare.
Rosso Istanbul è un romanzo autobiografico incentrato sul rapporto del regista con la madre: «Scrivere un libro è per me come andare dall'analista», ha dichiarato Özpetek in occasione della quarta edizione della kermesse Anteprime - Ti racconto il mio prossimo libro, tenutasi a Pietrasanta dal 7 al 9 giugno. Ma sarà anche un'occasione per raccontare la modernità della fascinosa Istanbul, il suo spirito spiccatamente europeo e il grande fervore culturale degli ultimi anni.
Mai colore fu più adatto alla Istanbul odierna, zona rossa in tutti i sensi. Epicentro della sollevazione popolare è stato il Gezi Park, unica area verde rimasta in città, al posto della quale l’attuale premier Erdogan vorrebbe installare un centro commerciale. Da lì la protesta si è trasferita a piazza Taksim, cuore della Istanbul occidentalizzata e roccaforte della sinistra turca.
Come il suo conterraneo Ohran Pamuk, premio Nobel per la letteratura, anche Özpetek ha recentemente dichiarato il suo appoggio ai manifestanti, simbolo di democrazia e di un popolo che si batte per i suoi diritti.
Sarà al debutto come romanziere ma non si può dire che Özpetek sia alle prime armi come scrittore, avendo firmato tutte le sue sceneggiature. E non gli manca una certa sensibilità letteraria: a lui va il merito di aver fatto conoscere agli italiani il poeta turco lungamente esiliato Nazim Hikmet, facendo recitare a Margerita Buy le strofe di una sua poesia ne Le fate ignoranti.
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