Pʌɪ bikery: il locale più hipster di Torino (ma in senso buono però)

Creato il 24 febbraio 2014 da Paola Sereno @paolasereno

Mixa insieme brunch + biciclette, in un ambiente minimal dal sapore un po’ vintage, e otterrai il massimo dell’hipster possibile. E’ la sensazione che si prova entrando da PAI Bikery, in via Cagliari 18 a Torino.

Dove pranzare in un’insolitamente calda domenica mattina di febbraio, dopo aver visitato la mostra dedicata alla fotografa Eve Arnold? Si sa, a Torino i posti aperti di domenica non sono poi così numerosi (dobbiamo essere una città molto cattolica…) ma c’è sempre qualcosa di nuovo da provare. In questo caso, complice la recensione su Torino by Gnam, la novità è rappresentata da PAI Bikery, in via Cagliari 18.
Via Cagliari per me non è esattamente un luogo di passaggio: dall’altro lato della Dora, zona (credo) Vanchiglietta, è comunque vicina al centro e costituisce uno dei nuovi “poli creativi” torinesi. In strada c’è il deserto dei tartari, ma quando apriamo la porta..taac, il locale è incredibilmente pieno e ci chiedono se abbiamo prenotato. No, non abbiamo prenotato, e quindi ci dedichiamo a un po’ di people watching nell’attesa di un tavolo. I gestori sono indubbiamente hipster, ma di quelli con l’aria simpatica. Tante barbe, capelli lunghetti, fisici smilzi nonostante le pedalate, una fantastica mamma rockabilly. Clientela sulla trentina (forse i ventenni la domenica a pranzo sono ancora sotto le coperte), variamente distribuita tra amici, coppie, bambini (accompagnati, s’intende). A un certo punto entrano due hipster-ciclisti con barba&tutina (intendo abbigliamento tecnico da ciclista), un mix davvero fantastico. E no, non hanno muscoli neppure loro, altrimenti come farebbero a mettere i loro skinny jeans quando si tolgono la tutina?
Bici appese ovunque, manubri e sellini a mo’ di quadri, foto di ciclisti vintage alle pareti: riuscite a concepire qualcosa di più hipster di tutto questo?
Ebbene sì, qualcosa di più hipster esiste: il PAI Bikery non è solo un locale per fare colazione/brunch/merenda: è anche una ciclo-officina. Potete portare la bici e ve la riparano, insomma. Si, anche se – come me – non avete una stilosa fixed bike del peso complessivo di 20 gr ma una classica bicicletta da donna vecchio stile col cestino davanti marchiata Frediano Quagliotti (e ne vado fiera).
Se delle bici non ve ne frega niente ma volete sapere come si mangia, vi dirò: bene.
Io ho preso pancake al salmone e avocado, serviti con salsina allo yogurt, e torta pere e cioccolato, ma il menu proponeva anche la classica english breakfast, quiches, pancake dolci e salate, torte varie e tisane dell’erboristeria Melissa. Prezzi nella media. Personale gentilissimo. Promosso.

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