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P come Pipa, ma nel 1937: riflessioni su un metodo d'altri tempi

Creato il 12 giugno 2015 da Lorenafigini
Curiosando nella Banca Dati dell'INDIRE ho trovato moltissime immagini di libri di parecchi anni fa. Oltre ad essere graficamente curati, dal sapore d'altri tempi e pieni di cose che ci scatenano una certa nostalgia, sono anche didatticamente interessantissimi.
Questa immagine ci permette una riflessione su un'abitudine  di qualche tempo fa, ora ripresa in grande considerazione: l'associazione immagine-suono-forma grafica, nell'acquisizione della letto-scrittura.

P come Pipa, ma nel 1937: riflessioni su un metodo d'altri tempi

http://www.indire.it/immagini/immag/indirefms/s3.jpg

La pagina di quaderno ci racconta di un metodo fonologico di avviamento alla scrittura: l'alunna  Lucia Ferrero, frequentante la prima classe della scuola rurale di La Rotta di Moncalieri (Torino) nell'anno scolastico 1937-1938, associa la P alla pipa, sia perché inizia con quella lettera sia perché la P, graficamente, assomiglia a questa pipa, messa in verticale.
Associare il suono all'immagine è ciò che si cerca di fare ancora oggi, ma spesso limitandosi all'iniziale delle parole (M di Muro). Questo sistema di presentazione delle lettere, invece, al di là del metodo di letto-scrittura utilizzato dall'insegnante, aiuta i bambini nella memorizzazione delle singole lettere, soprattutto chi è più in difficoltà: anziché M di Muro diremo M di Montagne, disegnandole proprio come una M. Tornato di moda oggi, permette di associare un suono a un'immagine, avendo anche rispetto della forma grafica della lettera.
Uno stimolo in più per imparare, che ci ricorda come le buone pratiche, spesso, provengono da chi ci precede!

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