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P’tit Quinquin, il piccolo grande Twin Peaks francese

Creato il 19 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

P’tit Quinquin è una mini-serie francese che può riportare alla mente altre cose già viste. In particolare, può essere considerato il Twin Peaks transalpino firmato da Bruno Dumont, autore della serie alla sua prima prova con un prodotto per il piccolo schermo. Il regista francese finora era noto più che altro per una serie di film controversi e discussi come L’età inquieta, Twentynine Palms, Hadewijch e Hors Satan, o come L’umanità e Flandres, questi ultimi due vincitori del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes. L’impronta dell’autore si sente forte, eppure qui ci troviamo di fronte a una mini-serie fruibile da chiunque, anche da chi non conosce il cinema di Dumont.

P’tit Quinquin parte in una maniera analoga a Twin Peaks, con un omicidio ancora più misterioso di quello di Laura Palmer: il corpo di una donna viene ritrovato all’interno di una mucca. Uno spunto assurdo da cui si sviluppa una mini-serie in appena quattro fulminanti episodi ancora più ricca di personaggi assurdi. Il comandante Van der Weyden (Bernard Pruvost) che si occupa delle indagini è l’uomo con più tic nervosi che vi potrà mai capitare di vedere ed è accompagnato da un assistente, Rudy Carpentier (Philippe Jore), che in quanto a stranezza non gli è da meno; ad esempio, ogni volta che è al volante parte sgommando. Perché? Perché un aspetto che va sottolineato di P’tit Quinquin è che si tratta di una serie ricca di umorismo. Nonostante il macabro spunto di partenza iniziale, ci troviamo di fronte a tutti gli effetti a una commedia che si potrebbe quasi considerare una parodia del genere crime. Una revisione tutta particolare delle tipiche serie americane operata da Bruno Dumont.

L’ironico sberleffo dell’autore francese prende quindi di mira la polizia, ma non solo. P’tit Quinquin offre uno sguardo divertito, che qualcuno potrebbe considerare anche un po’ blasfemo, dei riti religiosi, si veda la scena del funerale più pazzo del mondo presente nel primo episodio. Una sequenza in cui il rito funebre si trasforma quasi in un talent show, in cui l’organista e la giovane aspirante star locale Aurélie Terrier (Lisa Hartmann) mettono in mostra le loro doti artistiche. Come suggerisce il titolo, P’tit Quinquin è però anche e soprattutto un’altra cosa: un racconto di formazione pre-adolescenziale che vede come protagonista il piccolo Quinquin (Alane Delhaye), un bulletto della cittadina in cui viene fatto il macabro ritrovamento che segue le indagini insieme alla fidanzatina Eve Terrier (Lucy Caron) e al suo gruppetto di amici.

La mini-serie è stata presentata alla Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2014 e trasmessa in Francia dal canale Arte e, nonostante sia a tutti gli effetti un prodotto televisivo, ha conquistato il titolo di film dell’anno della prestigiosa rivista di cinema francese Cahiers du Cinema. Purtroppo ancora inedita in Italia, P’tit Quinquin è una visione che può ricordare Twin Peaks, e per certi aspetti anche True Detective e Les Revenants, e allo stesso tempo è qualcosa di unico, di folle, di geniale. Un piccolo grande gioiello davvero da non perdere.

di Marco Goi per Oggialcinema.net


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