Una raccolta di racconti di vari generi, dallo storico al fantasy, tutti ambientati nella Pianura Padana. Brevi ed efficaci, dai quali traspira ogni volta la tristezza, o la paura, o la suspense.Ambientati nell’immaginario, oppure in diversi momenti storici, ma nello stesso contesto geografico, in ogni racconto si respirano la nebbia o l’afa, immutabili, a dare l’impressione di un’apparente immobilità.Un’immobilità che pare inghiottirci, nella corsa disperata attraverso una scala, o attraverso il tempo, alla ricerca di una via d’uscita. Ma non è possibile uscire dalla propria condizione, perché chi si trova nella Pianura è lui stesso la Pianura, e il freddo invernale o la soffocante calura estiva racchiudono nei loro contorni la vita, che anno dopo anno si ripropone sempre uguale, portando con sé le vittorie e le sconfitte di ogni essere umano. Da leggere come se si ascoltasse, perché la narrazione è simile al testo di una canzone, a volte scandita da ritornelli, in cui si percepisce un ritmo dalle note basse, struggenti.Una serie di storie tutte sullo stesso sfondo, di argomenti diversi tra loro: monelli che si nascondono in campagna durante una retata dei soldati nemici, un’inquietante storia di vampiri, un surreale set cinematografico e così via, fino a compilare un album con note che trasmettono emozioni immutabili, eppure sempre diverse. Si può fuggire dalla Pianura, ma viene sempre voglia di tornarci.Il testo originale è qui.
Padania blues: la recensione di Cristina Orlandi
Creato il 01 dicembre 2012 da Angeloricci @angeloricci
Cristina Orlandi recensisce Padania blues sul suo blog.