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PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella

Creato il 02 settembre 2014 da Agipapress

PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella

"Sogni" di Vittorio Matteo Corcos

PADOVA. 100 dipinti di Corcos rappresentano l'antologica più completa mai realizzata finora sul pittore livornese. Dal 6 settembre al 14 dicembre a Palazzo Zabarella saranno in mostra le sue opere più famose e alcuni inediti. Una sintesi della Bella Epoque e un viaggio nel figurativismo italiano fra '800 e '900.
La mostra realizzata da Fondazione Bano, in collaborazione con il Comune di Padova e Regione Veneto,  analizza, infatti, l’universo creativo di uno degli artisti protagonisti della cultura figurativa italiana fra Otto e Novecento, Vittorio Matteo Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933).
L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, attraverso i 100 dipinti ripercorre l'evoluzione artistica e umana del pittore livornese attraverso un considerevole numero di capolavori molto famosi, affiancati ad opere inedite che provengono da musei ed importanti collezioni pubbliche e private; una documentazione che conferma la crescente fortuna critica dell’artista, documentata anche da numerose esposizioni di suoi dipinti in recenti iniziative nazionali. 

PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella

Palazzo Zabarella sede della mostra

La fama di Corcos era già notevole nella prima metà del '900 tanto che Ugo Ojetti, nel 1933, anno della morte dell'artista, scrisse: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono” e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, sosteneva: “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io, diceva Corcos”. 
PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella
Il percorso della mostra ruoterà attorno al grande capolavoro "Sogni" l’opera più famosa di Corcos, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di RomaSi tratta del ritratto, davvero particolare per l’epoca, di una ragazza moderna, Elena Vecchi. 
Grazie alla forza del gesto e dello sguardo, come alla suggestiva ambientazione, è diventato l’immagine più emblematica della cosiddetta Belle Époque di cui ben rappresenta l’atmosfera sospesa tra i sogni dorati e una sottile inquietudine. Esposto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell'intenso ritratto di giovane donna, ora definito “spiritualista” ora “realista” ma da tutti ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protagonista. 

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Autoritratto

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Ritratto della moglie

A Palazzo Zabarella, i visitatori saranno accolti dall'unico "Autoritratto" del 1913 per la serie dei ritratti di artisti della Galleria degli Uffizi di Firenze alla quale lo stesso artista lo donò nel 1913, a fianco del "Ritratto della moglie" Emma Ciabatti, conservato al Museo Giovanni Fattori di Livorno.
La prima sezione analizza i luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, amici e personalità frequentati tra cui l’Imperatore Guglielmo II di Germania, Giosuè Carducci, Silvestro Lega e molti altri, dei quali ha tramandato l’immagine. 
Di particolare rilievo sono i ritratti dell’editore milanese Emilio Treves (1907) della Collezione Franco Maria Ricci, e quello del critico Yorick (1889), ora al Museo Giovanni Fattori di Livorno. 
PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella
Un capitolo particolare sarà dedicato a Parigi, città in cui visse dal 1880 al 1886 e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta pittura della vita moderna, insieme con Boldini e De Nittis. 
Straordinari a tal proposito sono alcune opere in mostra, come Ore tranquille (1885-1890 ca.) e Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne, o come i ritratti en-plein air de "La signora col cane" e la "Figlia di Jack La Bolina" (1897). 

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Le Istitutrici ai Campi Elisi

"Le istitutrici ai Campi Elisi" del 1892, uno dei vertici dell’artista livornese, che raffigura una scena ambientata in una dorata giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi, testimonia quanto Corcos abbia mantenuto costanti rapporti con la capitale francese, ma anche con l’Inghilterra, e come la sua pittura si evolva verso soluzioni sempre più raffinate in un continuo dialogo con la pittura europea. 
Una serie di dipinti, alcuni di grandi dimensione, confermano come, anche dopo il 1900, Corcos continui a elaborare la fortunata formula del ritratto mondano, qui rappresentato da autentici capolavori come "Ritratto della Contessa Carolina Sommaruga Maraini" del 1901, conservato alla Fondazione per l’Istituto Svizzero di Roma, o il "Ritratto di Lina Cavalieri" (1903). 
L’ultima sezione, La luce del mare, rivela come i suoi soggiorni a Castiglioncello, a partire dal 1910, sembrano riportarlo all'osservazione della realtà e alle gioie della pittura en plein air. 
Esemplari sono In lettura sul mare (1910 ca.) o La Coccolì (1915), il ritratto della nipotina sorpresa sulla spiaggia. Non mancherà, all’interno del percorso di Palazzo Zabarella, un confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e altri con i quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.Interessante per capire il senso della ritrattistica ed il metodo rappresentativo di Corcos una sua stessa affermazione “In un ritratto quello che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sé”
PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella
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PADOVA. Con l'antologica di Corcos alla scoperta della Bella Epoque a Palazzo Zabarella
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