Padre alberto maria de agostini

Creato il 19 settembre 2011 da Catone

Se in Italia esiste una casa editrice dedicata alla geografia si deve a questo missionario salesiano. Ma quando si trattò di scegliere tra la scrivania e il viaggio, padre De Agostini non ebbe dubbi: partì per la steppa argentina. E’ stato all’inizio del Novecento che i destini dei due fratelli, uniti anche nella comune vocazione per la geografia, si differenziò sostanzialmente: Alberto Maria preferirà la ricerca sul campo invece che stare accanto al fratello maggiore, Giovanni De Agostini (1863-1941), fondatore dello storico Istituto Geografico di Novara.
Appena ordinato sacerdote, nel 1909 De Agostini si imbarcò a Genova con destinazione il cono sud dell’America Latina, Cile e Argentina. Aveva una missione improba da compiere: infondere il cristianesimo tra gli indios che si erano miracolosamente salvati alla Conquista del Deserto avviata dal generale Roca a partire dal 1870. Massacrati da coloro che portavano le insegne della croce, i nativi si erano arroccati sulla cordigliera e nelle isole estreme per sfuggire all’avanzata dei bianchi. Fu proprio padre De Agostini a darsi da fare per tutelare quelle popolazioni e per impedire l’estinzione delle tribù della Terra del Fuoco e della regione a nord dello Stretto di Magellano. Così gli ultimi Ona, Yaghan e Alakaluf, oramai decimati dalle violenze e dalle malattie portate dall´uomo bianco, privati dei loro antichissimi territori di caccia e della selvaggina, riuscirono a salvarsi. Eravamo, allora, in piena epoca di espansione coloniale.
L’Italia aveva già conquistato l’Eritrea e la Somalia e si apprestava a mettere le mani sulla Libia, l’uomo aveva toccato i due poli, nel 1909 e nel 1911, le esplorazioni interne ai continenti erano in via di completamento e i primi aeroplani agevolavano il rilevamento geografico. Soltanto alcune aree australi, come la Patagonia, erano ancora sconosciute e poco praticate dai bianchi, arrivati ad avvelenare le tribù per fare spazio ai grandi allevamenti. Un altro naturalista piemontese, Guido Boggiani, proprio nel 1901 era scomparso nel Gran Chaco.
Selk'nam man, woman and children wrapped in guanaco hide robes, wearing conical hats, walking through clearing in underbrush. The man and boy carry a bow and arrows Culture/People:. Selk'nam (Ona),1930, Isla Grande de Tierra del Fuego; Tierra del Fuego Province, Magallanes y Antártica Chilena Region XII; Argentina, Chile
Outdoor portrait of a Selk'nam hunter poised with bow and arrow. He is surrounded by a woman, two children (all wrapped in guanaco hides) and a dog, in a grassy field with scrub brush in the background. Culture/People:Selk'nam (Ona),1930, Isla Grande de Tierra del Fuego; Tierra del Fuego Province, Magallanes y Antártica Chilena Region XII; Argentina, Chile
I salesiani si erano instaurati nella Patagonia già nel 1875 con padre Giuseppe Fagnano a cui è dedicato oggi il maggior bacino lacustre dell’Isola Grande della Terra del Fuoco. Ma il loro tentativo di difendere gli Alakaluf, popolo nomade marittimo definito “gli indiani delle canoe”, era incappato in varie difficoltà sino a portare alla quasi totale estinzione, al punto che oggi esistono solo poche famiglie di fuegini misti e che l’ultimo nativo purosangue è deceduto nel 1999. Padre De Agostini pose le basi a Punta Arenas, sul lato settentrionale dello Stretto di Magellano, nel 1910, là dove tuttora è visitabile il museo antropologico realizzato dai salesiani. La sua prima spedizione nella Terra dei Fuoco ebbe luogo nel 1912-13.

In condizioni ambientali difficili De Agostini mise insieme la passione geografica e la missione apostolica. Laggiù nello Stretto di Magellano portò una parola di conforto agli ultimi, ma riuscì anche a definire con precisione cartografica la morfologia del territorio disegnando promontori, fiordi, fiumi, montagne, ghiacciai, isole. Portò anche a compimento la conoscenza dell´Isola degli Stati, già meta di una spedizione guidata da Giacomo Bove nel 1881-82. A quella prima missione ne seguirono molte altre, nel 1914, poi nel 1930-31, nel 1932, 1935, 1937, 1938, 1940, 1941 e 1943 in cui salì sul Monte San Lorenzo, in Patagonia con guide valdostane e di insigni studiosi, tra i quali G. B. De Gasperi ed Egidio Feruglio. Nel 1955 compì la scalata al Monte Sarmento. Allora aveva già 72 anni ma non volle mancare all’ennesima conquista. L’ultima spedizione scientifico-alpinisticala la realizzò nel 1955-56 con la spedizione Monzino alla conquista del Cerro Paine, leggendaria vetta delle Ande meridionali.

L’insieme delle sue scoperte è contenuto nei volumi “I miei viaggi nella Terra del Fuoco” edito da Paravia nel 1930, “Ande Patagoniche, viaggi di esplorazione nella Cordigliera patagonica australe” del 1949 con due grandi e accurate carte della Terra del Fuoco, oltre a “Trent’anni nella Terra del Fuoco” (1955) e “Sfingi di ghiaccio” (1959). Di notevole valore l’insieme della sua opera di cineoperatore e fotografo. Sempre incantato di fronte alla meraviglia di quella natura selvaggia e originaria, sostituì l’immagine alla parola. A lui è stato recentemente dedicato il film “Per questi stretti morire” di Isabella Sandri e Giuseppe M. Gaudino. . Negli spazi sconfinati del sud, tra orizzonti senza fine e vette incontaminate, esaltò il suo amore per la libertà avvertendo come la mano dell’uomo bianco avesse usurpato la bellezza della terra: . E a proposito dei contatti con le tribù locali scrisse: . In lui si fusero tutte le propensioni del vero studioso. Era insieme missionario, antropologo, poeta, scrittore, geografo, geologo, botanico, pittore, musicista. Di fronte alla grandezza della terra lo colpiva il mistero delle cose, qualcosa che andava oltre la presenza impalpabile di Dio. E la sua scrittura era certamente armoniosa e poetica, con forti richiami a Pascoli e Leopardi. Ha vissuto tra le Ande e ed è morto guardando le Alpi, il 25 dicembre 1960, il giorno i Natale, nella casa madre dei salesiani in Corso Valdocco, a Torino. Quando lo festeggiavano lui rispondeva: . La Patagonia ha attirato grandi scrittori come Bruce Chatwin, Luis Sepulveda, Paul Theroux, Francisco Coloane ma pochi rammentano che il primo vero esploratore-scrittore della Patagonia è stato lui, Alberto Maria De Agostini. Per fortuna giù, a la ‘fin del mundo’, in Patagonia australe e nella Terra del Fuoco il sacerdote piemontese è qualcosa di più di un missionario, ancora oggi. Un vuoto che è stato ora coperto dalle iniziative svoltesi in Piemonte in sua memoria. Il nipote, Giovanni pure lui, che ora ha 65 anni, trascorse l´infanzia sognando quei luoghi lontani che lo zio gli descriveva durante i suoi soggiorni in Piemonte. Poi finalmente De Agostini junior è riuscito a compiere quel viaggio percorrendo gli stessi luoghi che lo zio esplorò. Insieme con lui, Davide Demichelis.

Quel viaggio è diventato un film, , produzione Missioni Don Bosco. si intitola invece lo spettacolo teatrale scritto da Laura Pariani, due volte finalista al Campiello, interpretato da Marco Pejrolo e Angelo Scarafiotti. Fonte
Link: http://www.nmai.si.edu/
Celebrazioni per il centenario1910 - 2010: Eventi celebrativi per il Centenario per primo viaggio in Patagonia di padre Alberto Maria De Agostini e cinquantenario della sua scomparsa.
10 Settembre 2010: Conferenza dell'Ing. Gian Paolo Chiorino sul tema "Padre Alberto Maria De Agostini e la fotografia", presso la Biblioteca Civica Benedetto Croce di Pollone.
17 Settembre 2010: Proiezione del filmato riguardante le interviste ai pollonesi che hanno conosciuto Padre Alberto Maria De Agostini girato da Maurizio Pellegrini. L'evento si terrà presso il salone teatrale della Parrocchia di Pollone.
24 Settembre 2010: Mostra di disegni di Placido Castaldi sul tema  "Le Terre Magellaniche" in esposizione presso la Biblioteca Civica Benedetto Croce di Pollone.
12 Novembre 2010 - 3 Ottobre 2010: Proiezione del filmato sulla recente spedizione in Patagonia di Enrico Rosso con la regia di Maurizio Pellegrini. La serata verrà organizzata presso la palestra Pier Giorgio Frassati di Pollone.
19 Dicembre 2010: Rappresentazione scenica degli alunni delle Scuole di Pollone circa l'attività alpinistica di Padre Alberto Maria De Agostini, che si terrà presso il colle San Barnaba.

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