«Sono accuse infondate, esiste già la consulenza di un perito d’ufficio che ha escluso ogni tipo di abuso». L’avvocato Massimo Boggi difende così Matteo Sereni, ex portiere di Sampdoria, Lazio, Torino e Brescia, indagato dalla Procura di Genova per presunti abusi sessuali su minore su denuncia dell’ex moglie Sivlia Cantoro, che lo accusa di aver molestato la loro figlia di 8 anni. «Ci riserviamo ogni azione a tutela di Sereni», aggiunge il legale che difende il calciatore insieme con l’avvocato di Asti Gianni Trombetta. La consistenza delle accuse nei confronti del calciatore sarà valutata nel corso di un incidente probatorio, che è stato fissato per il prossimo 7 dicembre. Gli inquirenti, al momento, non escludono nessuna ipotesi, compresa quella della vendetta. Non è un mistero che il calciatore sia al centro di una turbolenta separazione dalla moglie, la sua ex procuratrice Silvia Cantoro. Una divisione sofferta, che nel settembre 2010 aveva portato il portiere a sfogarsi davanti alle telecamere dopo una vittoria della sua squadra (che all’epoca era il Brescia): Sereni denunciò che la ex moglie gli impediva di incontare i figli, nonostante la legge imponga l’affidamento condiviso dei figli.
«Non si tratta certo di una banale lite fra due ex coniugi, c’è in ballo la salute e la serenità di due bambini». Lo afferma all’Ansa Silvia Cantoro, ex moglie di Matteo Sereni. «Sono profondamente addolorata per quello che mi sta accadendo», aggiunge la Cantoro, che prima di separarsi dal marito era anche sua procuratrice. «Vi chiedo di rispettare me, la mia famiglia e il lavoro dei magistrati inquirenti», si limita a dire. La donna è assistita dagli avvocati Maurizio Tonnarelli e Stefano Corsini e dal consulente tecnico Roberta Bruzzone, diventata famosa per la sua partecipazione a numerose trasmissioni televisive. I tre incontreranno la stampa la prossima settimana «per ovviare a possibili distorsioni informative», conclude l’ex moglie del portiere, che attraverso i suoi legali ha respinto ogni accusa.
La condizione dei padri separati, in Italia, non è facile. Nella stessa condizione di Sereni, tantissimi altri papà: nel 2009, 100.252 bambini (66.406 dei quali minori) sono stati coinvolti in separazioni non consensuali, e 49.087 in divorzi; nell’85% dei casi, i giudici affidano i figli alle madri, e spesso gli accordi e gli obblighi sul tempo da concedere ai papà vengono disattesi o ignorati. All’indomani dello sfogo del portiere davanti alle telecamere di Sky, Panorama aveva intervistato Ernesto Emanuele, presidente di Papà separati Milano: leggi l’intervista cliccando qui.