Paese per nessuno

Creato il 29 febbraio 2016 da Misterjamesford
Regia: KlavernaOrigine: Italia
Anno: 2015
Durata: 98' 





La trama (con parole mie): siamo a Parma, in Emilia, e Jacopo, giovane che ha da poco perso il padre, pare vivere in una bolla che lo fa sentire lontano dalla madre e dalla realtà locale, sconvolta da una serie di misteriosi suicidi compiuti da ragazzi e ragazze dell'età dello stesso Jacopo. Trovata una scusa per abbandonare la casa e la madre ed affrontata una lunga discussione con una vicina che pare comprendere il ragazzo più di quanto non possa lui stesso pensare, Jacopo vaga fino a perdersi in ricordi e frammenti di realtà che lo vedono molto più coinvolto di quanto non ammetta proprio nella serie di suicidi: riuscirà Jacopo a trovare una via d'uscita ed un modo per tornare a casa e nella sua realtà, o verrà anch'egli inghiottito da questa sorta di caotico nulla generazionale?










Uno dei piaceri più grandi ricevuti in cambio dalla volontà di aprire un blog è stato, senza dubbio, quello di poter condividere e scambiare opinioni con altri appassionati di Cinema, oltre che di scoprire titoli magari mal distribuiti - o non distribuiti affatto - da queste parti che, altrimenti, non avrei avuto la possibilità di recuperare se non per caso.
Un altro, forse anche più grande, è stato quello di essere contattato da giovani registi alla ricerca di un posto al sole nel panorama della settima arte italiana, pronto a solleticare l'ambizione del sottoscritto di avere abbastanza materiale e contatti, un giorno, per costruire una rubrica settimanale destinata alla scoperta di piccole realtà e fermenti artistici che non trovano - almeno per il momento, spero per i loro autori - spazio nella grande distribuzione.
L'ultimo giunto ad arricchire le fila di questa interessante schiera è Klaverna, che direttamente dalla terra delle mie origini, l'Emilia Romagna, è giunto al Saloon finendo per colpirmi con un'opera molto interessante e tecnicamente notevole, illuminata da un'apertura che mi ha lasciato a bocca aperta - splendido l'utilizzo del drone per riprese che, al contrario, ricordano i classici dolly - e da tematiche sempre profonde, come quella legata ai dolori della crescita, alle contraddizioni che finiscono per travolgerci nel corso dell'adolescenza e ad una scelta estrema come può essere quella del suicidio.
Klaverna, che mostra la mano salda di chi mastica Cinema da parecchio, è bravo nel portare sullo schermo una vicenda torbida, a tratti quasi lynchiana - si veda il lungo dialogo con la vicina, forse il momento migliore della pellicola -, e a raccontarla con perizia notevole: di fatto, l'unico neo di questo Paese per nessuno sta nell'essere arrivato da queste parti molti anni dopo il mio periodo di cinefilo molto radical, quando ormai l'età ed un approccio pane e salame hanno finito per smussare molti degli angoli dei tempi andati, e per rendere, di fatto, più difficili da digerire lavori fin troppo intenti a scavare nello spettatore e in loro stessi.
Paradossalmente, un lavoro come quello di Klaverna potrebbe invece colpire molto il mio rivale Cannibal Kid, considerato che, nonostante l'età del suo regista - classe settantatre - riesce ad essere instabile ed energico come solo prima dei vent'anni possiamo essere, pregi e difetti del caso compresi.
Dunque, alternando momenti a mio parere fin troppo "sospesi" - l'attesa fuori dal bagno di Jacopo con la scoperta delle fotografie messe a bollire nella pentola - ad altri decisamente efficaci - l'utilizzo della cartina geografica italiana come una maschera, le critiche certo non velate alle magagne del Nostro Paese -, Klaverna regala una visione senza dubbio interessante e meritevole, anche se un pò troppo "d'essai" per i gusti ormai molto rustici del sottoscritto: resta la speranza che, un giorno non lontano, giovani talenti come lui possano trovare uno spazio anche mirato all'interno dei meccanismi della distribuzione in sala.
MrFord
P. S. Per chiunque volesse visionare Paese per nessuno, lascio con il beneplacito dell'autore la mail per contattare direttamente Klaverna, klaverna@libero.it
Non mi dispiacerebbe, in questo senso, essere il primo di una serie di blogger pronti a recensire il suo lavoro.



"A un diciottenne alcolizzato 
versò da bere ancora un poco 
e mentre quello lo guardava 
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi 
adesso è ora che io vada" 
l'alcolizzato lo capì 
non disse niente e lo seguì 
sulla sua cattiva strada."
Fabrizio De Andrè - "La cattiva strada" - 

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