Matrimoni gay in Italia? La risposta di quasi tutti i nostri politici è sempre stata un ‘no’ secco in quei momenti in cui avrebbero potuto dare il meglio di sé e mostrare la propria apertura nei confronti di questioni così importanti e democraticamente rilevanti. Se volete sposarvi, perciò, una ‘fuga’ dalla nostra amata odiata Penisola è d’obbligo: in Europa i matrimoni gay sono stati legalizzati in diversi stati e, laddove questo non è successo per motivi di varia natura, le unioni civili hanno permesso agli omosessuali di coronare il proprio sogno d’amore; tra i paesi che riconoscono i matrimoni gay non possiamo non nominare, primi fra tutti gli altri, i Paesi Bassi; sono stati proprio questi il primo stato nel mondo ad averli approvati; nel 2003, quindi tre anni dopo, si è espresso favorevolmente il Belgio; nel 2005, la Spagna; nel 2007, la Norvegia e, due anni dopo, la Svezia. E che dire del Portogallo, dell’Islanda e della Danimarca? Questi hanno riconosciuto pieni diritti agli omosessuali rispettivamente nel 2010 e nel 2012. Ma non è finita qui.
La seguente lista dei paesi dove il matrimonio gay è legale dovrebbe rendervi il quadro della situazione mondiale ancor più chiaro, non senza permettervi di comprendere a pieno l’arretratezza della nostra Penisola:
- Il Massachusetts è stato il primo ad approvarli nel 2004; - Il Canada ha riconosciuto i matrimoni nel 2005; - L’Argentina si è espressa a favore nel 2010; - Gli stati Maryland, Maine e Washington li hanno approvati recentemente; - Stessa posizione anche in Città del Messico, New York, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire.
Il fatto che questi siano paesi con matrimoni gay non implica che tutti abbiano adottato le stesse misure in quanto a riconoscimento; per alcuni, infatti, si può parlare di una formula molto simile alle ‘unioni civili’, consistente sia in diritti sia in doveri, come in qualsiasi rapporto tra marito e moglie; sempre a proposito di unioni, è importante sottolineare che gli stati che le riconoscono sono molti:
- Andorra; - Brasile; - Austria; - Colombia; - Repubblica Ceca; - Ecuador; - Finlandia; - Francia; - Germania; - Groenlandia; - Irlanda; - Israele; - Lussemburgo; - Nuova Caledonia; - Nuova Zelanda; - Slovenia; - Svizzera; - Wallis e Futuna; - Regno Unito; - Ungheria; - Uruguay.
E a questi, se tutto dovesse andare per il verso giusto, e se, cioè, i politici dovessero mantenere le loro promesse, dovrebbe aggiungersi anche l’Italia entro la fine del 2013.
Dite che riusciremo ad allinearci a gran parte dell’Europa, e quindi a rientrare nei paesi che accettano i matrimoni gay? Lo si spera, certo, ma ‘morire disperati’ – come si suol dire – sembra quasi scontato.
di MIK
Fonte: GAYWAVE
Marco Michele Caserta
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