Paesi in via di Sviluppo ma non solo /Urge mettere fine all'analfabetismo delle donne

Creato il 21 marzo 2012 da Marianna06


Sopratutto nei Paesi in via di Sviluppo è importante mettere fine all'analfabetismo delle donne, puntando, invece, alla loro scolarizzazione che, spesso, per ragioni contingenti, povertà in primis, viene trascurata.

Educare una donna -si dice anche in Africa - equivale ad educare un popolo.

E la cosa, riflettendoci, è abbastanza ovvia.

Secondo l'ultimo Rapporto di "Misiones Salesianas" in tutto il mondo oltre 40milioni di bambine non frequentano la scuola e 500 milioni di donne sono, ancora oggi, analfabete.

Ne consegue che donne, che non sanno né leggere, né scrivere, ignorano i propri diritti e non possono prendere parte alle decisioni della loro comunità.

In Kenya, ad esempio, è scritto nel Rapporto che, se le donne impegnate nel lavoro dei campi ricevessero la stessa istruzione degli uomini, i raccolti aumenterebbero del 22%.

Ci sarebbe, infatti, da parte di queste donne un accesso alle nuove tecnologie nel campo dell'agricoltura ma non solo in queste e dunque la conseguenza sarebbe una resa superiore e di migliore qualità dei prodotti della terra al momento dei raccolti.

Se in America Latina venisse eliminata la disparità di genere nel mercato del lavoro, il PIL aumenterebbe di oltre il 5%.

Ma anche nella nostra Europa, come sappiamo in base a numerose inchieste fatte di recente,se uomini e donne percepissero gli stessi stipendi nel mondo del lavoro,il PIL europeo crescerebbe del 13%.

Stando così le cose diviene imprescindibile, sempre secondo il rapporto di "Misiones Salesianas" che tanto i governi quanto gli organismi internazionali devono darsi da fare per coinvolgere maggiormente le donne proprio come previsto dagli accordi del 2000 in risposta all'Obiettivo di Sviluppo del Millennio e cioé "promuovere l'uguaglianza di genere".

Il contrario sarebbe enormemente penalizzante per tutti e in un momento in cui, tra l'altro, c'è  parecchio bisogno di cibo sul pianeta, considerando la velocità della crescita demografica in atto e la scure dei cambiamenti climatici ,che certo non aiutano.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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