Continueranno a farla franca? Non è detto. Una grande ONG ramificata in tutta l’Africa, il Comitato Cattolico contro la Fame e per lo Sviluppo(CCFD) ha deciso di stilare una lista nera. Da anni il CCFD cerca di ridurre gli squilibri strutturali fra Nord e Sud. I militanti hanno scoperto che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, il flusso finanziario non scorre essenzialmente dal Nord verso il Sud. L’aiuto allo sviluppo dei paesi africani ammonta a 80 miliardi di euro all’anno, ma ben 800 miliardi di euro all’anno partono dall’Africa verso l’Europa, l’America e i paradisi fiscali per essere investiti in immobili, macchine, roulette, champagne e puttane. E ovviamente per finanziare esilii dorati casomai le cose andassero male in patria e si rendesse necessaria una fuga precipitosa.
La lista nera elenca le ricchezze detenute all’estero dai dignitari dei paesi cosiddetti “poveri”. Secondo il CCFD, i beni accumulati da una trentina dei dignitari in questione ammontano a 180 miliardi di dollari. Soltanto i beni personali del generale Mobutu, attualmente di proprietà dei suoi eredi, ammonterebbero a 6 miliardi di dollari, l’equivalente del PIL del Congo. E il vecchio leopardo dello Zaire è un buona compagnia. Oltre a essere proprietario di ville e palazzi sulla Côte, il clan Bongo ha un gusto spiccato per le belle macchine. Secondo il CCFD, la Mercedes della figlia di Omar è stata finanziata dalconto del Tesoro Pubblico gabonese presso la Banca di Francia.
Sulla base della lista, il CCFD ha intentato varie cause contro i milionari a sbafo, ma l’impresa sembra disperata. Molte denunce sono state archiviate e le cause avviate battono la fiacca. Come sempre, la ragione dei soldi è più forte della ragione morale. A chi non farebbero comodo gli 800 miliardi di “aiuti” provenienti dall’Africa?
Dragor