Pietrapertosa, il primo amore
Passioni, interessi, ricerche, studi, approfondimenti, lotte, conquiste, difese. Una lunga serie di attività "cuore e ragione" che nascono dal profondo dell'inconscio, fanno timidamente a noi capolino, per poi affiorare alla coscienza, fino a radicarsi e divenire una ragione di vita.
E così la mia passione per il paesaggio e per il paese, nasce per caso e per contaminazione, nel 1997, quanto il fraterno amico e compagno Tazio, si profonde in una accurata eulogia di Pietrapertosa, sulle dolomiti lucane. Mi tocca andarci e andarci ancora, e ancora da allora, con sempre più senso di appartenenza e identità.
Case e non palazzi, strade e viottoli, tanta pietra, calce sui muri, finestre e porte in legno, i fiori, alle finestre e sui balconi, le lenzuola ad asciugare e i peperoni cruschi ad essiccare, i silenzi quasi religiosi, la gioia dei bimbi come in festa, il sole che cuoce pietra, legno e i corpi in piena estate, la neve e il ghiaccio nella stagione fredda che raggelano le cime ingrigite dai millenni.
Un incanto di rurale semplicità.
E' stato li che ho ritrovato quella parte del "paese mio" che inesorabilmente soccombe alla incivile, caotica, abusiva e abusata città senz'anima, che precipita nell'oblio l'umanità della pietra per cedere al vile cemento armato, dimentica del sudore e della fatica del lavoro che tempra la carne e lo spirito. Dimentica dell'arte, della memoria, degli affetti che nascono, crescono e resistono alla fine.
E noi e loro, incarnati custodi collettivi, votati come in un patto di sangue, per sempre.
Reportage fotografico: Pietrapertosa, il primo amore