In Italia, paese tradizionalmente legato all’uso del contante, la crescita c’è, anche se minore: nel 2014 i pagamenti digitali sono aumentati del 3,6% e più della metà di questi sono rappresentati dai pagamenti via smartphone, per un totale di circa 2 miliardi di euro nel 2014, con una previsione di 4 o 5 miliardi entro il 2017 (dati dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano). A trainare questa crescita, il pagamento di bollettini e l’acquisto di biglietti (come quelli per il trasporto pubblico o la sosta).
Le aziende creatrici di sistemi operativi per smartphone (in particolare Google con Android e Apple con iOS) sono in prima linea per la realizzazione di sistemi di pagamento innovativi, introdotti negli ultimi mesi in alcuni paesi. L’Italia dovrà aspettare ancora un po’ e probabilmente le maggiori novità per i pagamenti via smartphone arriveranno nel corso del 2016.
La tecnologia più diffusa rimane la Near Field Communication (NFC) che permette di pagare avvicinando lo smartphone a un lettore e quasi tutti gli operatori nell’ambito dei pagamenti digitali hanno sviluppato le proprie applicazioni per rendere sicuri e semplici i pagamenti con questa tecnologia: nella maggior parte dei casi basta inserire un codice nell’applicazione al momento del pagamento e la transazione è autorizzata.
Se i nuovi servizi per i pagamenti mobile di aziende come Apple, Google o Samsung arriveranno in Italia solo a partire dal prossimo anno, il Garante per la privacy ha già adottato un provvedimento specifico per garantire maggiori tutele degli utenti. In particolare: le aziende potranno utilizzare i dati registrati per l’invio di pubblicità solo con il consenso degli utenti, potranno conservare i dati solo per sei mesi, dovranno creare sistemi di autenticazione forti e non potranno creare profili degli utenti incrociando dati diversi in loro possesso.