A pochi giorni dall’annuncio del Governo Monti sullo sblocco di 40 miliardi di euro di pagamenti delle p.a. alle imprese tra il 2013 e il 2014, le stesse aziende e i professionisti spendono parole di commento poco positive verso un provvedimento considerato “ancora insufficiente” (leggi anche “Pagamenti P.A., il Governo Monti sblocca 40 miliardi di euro“).
“Dal Governo è arrivato un primo, piccolo ma ancora insufficiente segnale in tema di pagamento degli arretrati della Pubblica Amministrazione – ha dichiarato il Cnappc – . Serve attendere l’articolazione precisa del provvedimento, ma se rimarranno confermate le indiscrezioni che circolano in queste ore si può ben dire che la montagna ha partorito il classico topolino”.
“Assolutamente inaccettabile che si preveda di trascinare questa situazione fino alla fine dell’anno – dicono ancora gli architetti – perché per quella data si registrerà semplicemente la morte di migliaia di studi professionali di architettura – che già ora vantano crediti per oltre settecento milioni di euro – con conseguenze drammatiche per le loro famiglie”.
A far infuriare il Consiglio Nazionale degli Architetti è soprattutto l’esclusione dei professionisti dall’accesso al credito. “Il Governo si renda conto, una volte per tutte, sia del ruolo economi sociale che svolgono i liberi professionisti italiani, sia delle loro difficoltà e acceleri dunque i tempi per il loro sostegno – precisa – ; l’adozione di comportamenti dilatori suonerebbe infatti incomprensibile dal punto di vista sociale e irridente verso quanti vedono la propria vita professionale ridotta al lumicino” (leggi anche “Pagamenti P.A., Cnappc “il Governo non dimentichi i professionisti”“).
Anche le imprese dell’edilizia, che in un primo momento avevano tirato un sospiro di sollievo vogliono vederci chiaro.
L’Ance chiede al Governo di chiarire in maniera definitiva l’entità delle somme che verranno destinate ai pagamenti delle spese per infrastrutture.
“Dopo l’annuncio del Piano di smaltimento dei debiti della Pa è ancora incerto il quadro dei pagamenti che si potranno sbloccare concretamente per le imprese di costruzione – dichiara il presidente Paolo Buzzetti – . Stessa chiarezza sarebbe auspicabile dall’UE da cui arrivano messaggi contraddittori”.
“E’ ora che si facciano scelte che dimostrino efficienza nella spesa- continua il presidente dell’Associazione costruttori- che premino quella più virtuosa, come le spese per infrastrutture, e non solo quella corrente, a discapito dello sviluppo del Paese. Questo è il cambiamento che ci ha chiesto l’UE introducendo flessibilità nella valutazione dei bilanci pubblici.”
Gli 11 miliardi disponibili per pagamenti in conto capitale di Comuni e Province devono essere sbloccati subito e non possono subire nessun rinvio, come l’Ance ha chiesto insieme all’Anci nella manifestazione congiunta di giovedì scorso.
“Ci aspettiamo – conclude Buzzetti- che il Governo chiarisca urgentemente quanto sarà pagato all’edilizia che conta 19 miliardi di euro di crediti e centinaia di migliaia di posti di lavoro persi”.
Notizie poco confortanti arrivano anche dall’Ue che dopo il via libera dei giorni scorsi, ora fa sapere, da fonti vicine alla Commissione Ue, che gli arretrati della pubblica amministrazione alle imprese renderebbero“per l’Italia più difficile la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta a Bruxelles” dal momento che l’erogazione dei 40 miliardi comporterebbe un incremento del deficit 2013 al 2,9%.
La famosa “flessibilità” non si potrebbe applicare al nostro Paese perché ancora sotto procedura: il pagamento di 40 miliardi di euro da parte dello Stato potrebbe peggiorare il deficit fino al punto di rendere impossibile, a maggio, l’ok alla chiusura della procedura. Per valutare la chiusura la Commissione aspetta che Eurostat ad aprile confermi i dati del 2012, che danno il deficit italiano ben sotto il 3%, e che le previsioni economiche di maggio confermino che la correzione sul disavanzo sia “sostenibile anche nel 2013 e 2014”.