Pain d'épices - A m'arcord

Da Lella


Girovagando nel web, sono arrivata al Blog di un'amica che non sento da tempo e per "farci un poco di compagnia" ho riletto qualcuno dei suoi vecchi Post.
Tra lavoretti a maglia e di cucito creativo ho trovato la ricetta del  "pain d'épicesche mi ha riportata indietro nel tempo, a quando ero una liceale e passavo il mese di settembre (allora la scuola iniziava ad ottobre!) in Francia. La mamma della mia amica Claudette lo faceva sempre trovare sul tavolo a colazione! Io ne fui conquistata.... ricordo ancora il sapore di quelle fette sulle quali si spalmava un poco di burro per poi intingerle nel latte bianco e caldo.......... una vera delizia!
Questa ricetta mi ha fatto ripercorrere il lungo viaggio che affrontavo in auto con mio padre per raggiungere Le Puy, una graziosa cittadina dell'Auvergne.
foto dal Web
Partivamo sempre nel primo pomeriggio e arrivavamo a destinazione a notte fonda, dopo aver attraversato nel buio e nel silenzio più totale il Massiccio Centrale. Per chilometri e chilometri non anima viva, non una casa, non una luce.... solo alberi alberi alberi e ancora alberi. Lottavo contro il sonno per non "lasciare solo" papà e tenergli compagnia mentre guidava.
La fatica del viaggio era compensata dalla bella vacanza che mi aspettava in quel luogo "incantato" e dalla felicità di ritrovare gli amici francesi che mi aspettavano ogni anno con entusiasmo e affetto.
La famiglia che mi ospitava aveva quattro figli, due più grandi che vedevo di solito poco perché frequentavano l'università a Lione, Claudette, di un solo anno più grande di me e Jean Luc di soli otto anni, un bimbetto che si era votato ad insegnarmi i vocaboli della vita quotidiana che a scuola non avevo imparato.
La loro casa era nella campagna circostante la cittadina. Era un'enorme costruzione su due piani, completamente ricoperta di vite vergine; solo il portoncino d'ingresso  e le finestre dei due piani si aprivano un varco nel verde.
L'interno era all'insegna della tradizione, pertanto tutte le stanze erano rivestite di  tappezzeria a fiore, fiori che campeggiavano anche sui tessuti delle poltrone, dei divani , delle sovra-tende, delle lampade... in modo quasi ossessivo e inebriante.
E' proprio nella sala da pranzo che, la mattina, a colazione insieme alle altre leccornie, conobbi il pain d'épices e fu "amore a prima vista". Da allora non me lo sono mai fatto mancare, anche quando in Italia non si trovava ancora.
Accanto alle tazze del latte trovavo sempre un bigliettino dolcissimo che mi augurava una buona giornata. Era la Signora Giscard che era solita lasciare questi messaggini ai suoi figli e ne scriveva uno anche per me.
Finita la colazione salivamo in fretta sulla Renault 4 per raggiungere la città dove Claudette e Jean Luc frequentavano la scuola (in Francia infatti già allora le scuole iniziavano a Settembre).
Io restavo "sola", a volte seguivo la mia mamma francese nelle sue commissioni, ma spessissimo amavo gironzolare da sola per le vie della città.
In particolare amavo perdermi per le viuzze della città vecchia, dove trovavo sempre una "vecchietta" con cui chiacchierare. Era normale infatti trovare, sedute su una piccola sedia o sgabello davanti alla porta di casa, delle signore anziane che veloci e silenziose lavorano al tombolo. Le Puy era ed è infatti famosa per le sue dantelles.
Il movimento veloce delle loro mani dalle dita lunghe, magre e rugose mi incantava e la raffinatezza di quei pizzi mi affascinava.

foto dal web
Pur essendo solo una ragazzina, i pizzi, il ricamo e la manualità in genere erano già la mia grande passione.  I quindici giorni di vacanza volavano via in fretta e ogni volta il momento della partenza era per me molto doloroso, addolcito proprio solo dalla scorta del pain d'épice che riportavo con me in Italia. Ora lo si trova anche in Italia nei supermercati, di solito tra i prodotti dietetici; se non lo conoscete provatelo e gustatelo con me!

Su questa scatola che go assemblato a mano,  alcune delle dantelles acquistate proprio in occasione di questi miei soggiorni a Le Puy.
Grazie Sara per avermi fatto ricordare un'amica, un periodo felice e il sapore dolce non solo del miele, ma anche quello della memoria!


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