Pakistan sempre più in crisi, voci di colpo di Stato

Creato il 24 dicembre 2011 da Milleorienti

Il 2011 si conclude male in Pakistan: economia disastrosa, unità del Paese a rischio, guerriglia islamica sempre aggressiva (i talebani pakistani hanno appena attaccato un posto di polizia nella tormentata regione nordoccidentale, uccidendo un soldato e rapendone altri 15, che ora sono sotto minaccia di morte). In questo articolo il New York Times sottolinea la grave instabilità politica del Paese e cita i timori di un colpo di Stato espressi venerdì 23/12 dal primo ministro Yousuf Raza Gilani, che ha citato l’esistenza di uno “Stato dentro lo Stato” pur non accusando esplicitamente i famigerati servizi segreti (l’Isi) e i militari. I quali hanno replicato oggi per bocca del comandante in capo dell’Esercito, generale Ashfaq Parvez Kayani ha affermato che «l’esercito continuerà a sostenere il processo democratico nel Paese». Ma i timori persistono, vista la quantità di golpe avvenuti nella storia pakistana.

Non contribuisce a rasserenare gli animi il risultato di un sondaggio lanciato dal quotidiano pakistano Dawn, che ha chiesto ai propri lettori se l’esercito dovrebbe essere sottoposto all’autorità del governo e rispondere ad esso: colpisce che una forte minoranza – il 24% – abbia risposto di no. Dunque, c’è una parte consistente dell’opinione pubblica pakistana per la quale le Forze armate continuano ad essere il cervello e il braccio del Paese, da non sottoporre a controllo del potere politico. Il che la dice lunga sull’esistenza di uno “Stato nello Stato” e sui pericoli per la democrazia in Pakistan, Paese fondamentale per la stabilità dell’Asia centrale.


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