Sulla facciata del Palazzo Blandini, nella centralissima piazza Garibaldi di Palagonia (CT), campeggia da alcuni mesi un banner recante l’attestazione di solidarietà al Giudice Nino Di Matteo da parte della città.
Un significativo gesto di riconoscimento, con cui la città di Palagonia suggellerebbe un ennesimo atto di rifiuto e di riscatto dall’oppressione mafiosa con cui ha dovuto troppe volte confrontarsi. Con il conferimento della Cittadinanza Onoraria al Pm Di Matteo, oltre a dare un dovuto riconoscimento alla personalità in questione, Palagonia dimostrerà, una volta di più, di aderire pienamente ai valori della legalità e di partecipare, anche attraverso iniziative istituzionali, alla necessaria lotta alla mafia cui Nino Di Matteo si sta tenacemente dedicando, fino a mettere a rischio la propria vita.
Adottando un personaggio di tale taratura come “cittadino onorario”, il Comune lo propone alla cittadinanza tutta come modello ideale da cui trarre esempio, stimolo e ispirazione per orientare le proprie scelte e i propri comportamenti sociali.
Una delle tante iniziative antimafia curate dall’Amedit
Già nel dicembre 2007, l’associazione Amedit si era fatta promotrice di un regolamento per l’iscrizione all’Albo d’Oro del Comune di Palagonia e al conferimento della “Cittadinanza Onoraria” a personalità che si siano distinte nel campo dell’arte, della cultura e dell’impegno civile (iniziativa che venne accolta dall’allora Amministrazione, e avviata con l’onorificenza del titolo di “Cittadini Onorari” ai due artisti siciliani, il tenore Andrea Antonio Siragusa e il soprano Piera Grifasi). L’Amedit chiede ora all’attuale Amministrazione di voler dare seguito a tale istituto, accogliendo la presente proposta e conferendo tale onorificenza anche al Pm Nino Di Matteo.
Auspicando che la proposta venga accolta dall’Amministrazione Comunale, l’Amedit ha già in serbo una serie di iniziative culturali da allestire in occasione della cerimonia ufficiale di conferimento.
Nino Di Matteo (Palermo, 1961) è in magistratura dal 1991. Sostituto procuratore della Repubblica presso la Dda di Caltanissetta dal ’92 al ’99 e pubblico ministero della Dda di Palermo dal ’99, ha indagato sulle stragi dei magistrati Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte, e sull’omicidio del giudice Antonino Saetta. Pm in numerosi processi a carico di centinaia di mafiosi dell’ala militare di Cosa nostra e di fiancheggiatori – alcuni insospettabili – di Bernardo Provenzano, si è occupato di molti casi riguardanti i rapporti tra mafia, politica e istituzioni. Tra questi i processi al senatore Salvatore Cuffaro, al funzionario dei servizi segreti Ignazio D’Antone e alle “talpe” presso la Procura di Palermo. Presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo, è attualmente impegnato nei processi per la cosiddetta “trattativa” tra mafia. Il suo strenuo impegno nella lotta alla mafia lo ha esposto a continue minacce da parte degli esponenti mafiosi, come quelle mossegli in questi giorni dal boss Totò Riina.
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