Palazzo Braschi – Volti del cinema nei ritratti di Manlio Villoresi

Creato il 20 giugno 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo

VOLTI DEL CINEMA NEI RITRATTI DI MANLIO VILLORESI, Museo di Roma

MUSEO DI ROMA (MAPPA) - MANLIO VILLORESI: la mostra Ombre e Luci (1920 – 1960). Volti del cinema nei ritratti di Manlio Villoresi comprende circa novanta immagini di attori italiani dal 1925 al 1960. Curata da Anita Margiotta e Alessandra Grella fornisce un’ampia visione del cinema italiano dal periodo dei telefoni bianchi alla dolce vita. Aperta dal 27 giugno al 28 ottobreOrganizzazione e servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura. Catalogo edito da Campisano Editore. Tutte le opere provengono dal fondo di oltre 1500 negativi su lastra in vetro alla gelatina bromuro d’argento del fotografo Manlio Villoresi (Città di Castello 1891 – Roma 1976), conservato dal 1978  presso l’Archivio Fotografico del Museo di Roma. >>

Dopo aver appreso la professione a Città di Castello nello studio fotografico del padre Aristide, Manlio Villoresi si trasferisce a Roma aprendo lo studio in via Veneto 96. Presto diventa uno dei fotografi preferiti dal mondo artistico e dalla buona società romana e nel suo studio accoglie personalità della cultura, dello sport, della vita politica oltre a musicisti, cantanti lirici e, soprattutto, attori cinematografici.

L’esposizione raccoglie principalmente ritratti di attori e cantanti che rappresentano la parte più significativa del fondo. Se alcuni dei ritratti eseguiti da Villoresi alla fine degli anni Venti risentono del gusto flou dell’epoca e accorgimenti come l’uso mirato delle luci o l’effetto di vento fra i capelli rendono le immagini più costruite, la successiva produzione del fotografo è meno pittorica: spesso si tratta di primi piani dove la persona raffigurata è rappresentata in maniera diretta con attenzione ai risvolti psicologici e ai riflessi naturalistici.

Manlio Villoresi, Anna Magnani 1940 – 1945, Museo di Roma

Attraverso vintage, stampe recenti e negativi su lastra in vetro vediamo, per il grande teatro di prosa e lirico, le immagini della Duse, di Emma Gramatica, Ruggero Ruggeri, Antonio Gandusio e Mario Del Monaco. Il cinema italiano del periodo fascista mostra Annibale Ninchi, protagonista del film Scipione l’Africano, accanto a interpreti del filone di evasione detto dei “telefoni bianchi” quali Elsa Merlini e Nino Besozzi, oltre alla grande diva del momento, Doris Duranti. I ritratti di Anna Magnani, Raf Vallone e Massimo Girotti ci riportano agli anni del Neorealismo, il desiderio di rinascita e di evasione proprio di alcuni film dei primi anni Cinquanta è ricordato da Ave Ninchi o Isa Barzizza e Franca Faldini, attrici di Totò, la seconda anche sua compagna nella vita. I giovani Gassman e Mastroianni ci introducono verso la commedia all’italiana e gli anni della “dolce vita”. Non mancano poi ritratti di dive di tutti i tempi come Isa Pola, Maria Mercader e Anna Maria Ferrero. Alle soglie del boom economico degli anni Sessanta riviviamo il diffondersi della canzone italiana con Domenico Modugno, e della televisione con Paolo Carlini e Alberto Lupo, interpreti di indimenticabili sceneggiati.

Accanto ai ritratti sarà esposta una selezione di costumi cinematografici provenienti dalla Fondazione Annamode.

Manlio Villoresi, Vittorio Gassman 1948 – 1950, Museo di Roma

Negli anni Trenta in Italia numerosi fotografi si sono dedicati con successo al genere del ritratto e, fra questi, Manlio Villoresi (Città di Castello 1891 – Roma 1976). Figlio di un noto fotografo, dopo aver appreso nella città natale la professione dal padre Aristide, si trasferisce a Roma. L’affermazione di Manlio Villoresi nella capitale è stata rapida ed egli, portato naturalmente a intrattenere proficue relazioni sociali, apre uno studio fotografico in via Vittorio Veneto 96 con annesso anche un salone per ricevimenti.  Fra il 1925 e il 1960 egli è stato uno dei fotografi prescelti dal mondo artistico e dalla buona società romana. Nel suo studio sono transitate personalità della cultura, dello sport, della vita politica oltre a musicisti, cantanti lirici e, soprattutto, attori cinematografici.

Nel 1978 l’Archivio Fotografico Comunale acquista il fondo di circa 1.500 negativi su lastra in vetro alla gelatina bromuro d’argento appartenuto al fotografo, dal quale sono stati selezionati e per la prima volta esposti al pubblico ritratti di attori e cantanti che ne rappresentano la parte più significativa. Accanto ad alcune stampe e provini originali, sono esposte stampe a contatto ottenute presso l’Archivio Fotografico Comunale nel 1978, ingrandimenti recenti e una selezione di negativi su lastra in vetro.

Se alcuni dei ritratti eseguiti da Villoresi alla fine degli anni Venti risentono del gusto flou dell’epoca, e accorgimenti come l’uso mirato delle luci o l’effetto di vento fra i capelli rendono le immagini più costruite (vedi i ritratti di Laura Adani, Laura Carli e Doris Duranti), la successiva produzione del fotografo è meno pittorica: spesso si tratta di primi piani dove la persona raffigurata è rappresentata in maniera diretta con attenzione ai risvolti psicologici e ai riflessi naturalistici.

Sia gli attori all’apice della propria carriera che quelli agli esordi non appartengono a un mondo distante e irraggiungibile nel quale dovrebbe confinarli il loro status, ma sono raffigurati al di là di pure considerazioni estetiche. Per ogni artista è inoltre importante la rappresentazione del personaggio più consono al suo repertorio: attori di teatro, drammatico o comico, attori cinematografici dai ruoli impegnati o dediti al genere della commedia, vengono sovente colti con ben definite espressioni (come Emma Grammatica, Jaqueline Plessy, Ave Ninchi).

La selezione di ritratti presentata offre l’opportunità di ripercorrere brevemente le tappe dell’evoluzione artistica e della società italiana del periodo. Per il grande teatro di prosa e lirico vediamo le immagini della Duse, di Emma Gramatica, Ruggeri, Gandusio e Mario Del Monaco. Il cinema italiano del periodo fascista mostra Annibale Ninchi, protagonista del film Scipione l’Africano, accanto a interpreti del filone di evasione detto dei “telefoni bianchi”, oltre alla grande diva del momento, Doris Duranti. Seguono Maria Mercader, Massimo Girotti e i ritratti di Anna Magnani e Raf Vallone che ci riportano agli anni del Neorealismo; il desiderio di rinascita e di evasione proprio di alcuni film dei primi anni Cinquanta è ricordato da Isa Barzizza e Franca Faldini, attrici di Totò, mentre i giovani Gassman, Anna Maria Ferrero e Mastroianni ci introducono verso la commedia all’italiana e gli anni della “dolce vita”. Alle soglie del boom economico degli anni Sessanta riviviamo il diffondersi della canzone italiana con Modugno, e della televisione con Paolo Carlini e Alberto Lupo, interpreti di indimenticabili sceneggiati.

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Mostra Ombre e Luci (1920 – 1960)Volti del cinema nei ritratti di Manlio Villoresi 

Luogo Museo di Roma Palazzo Braschi – presso le sale espositive del piano terra ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10

Apertura al pubblico dal 27 giugno al 28 ottobre

Orari Martedì-Domenica ore 10.00-20.00, chiuso lunedì, 1 maggio

Biglietteria  Integrato Museo + Mostra: Intero € 9,00; Ridotto € 7,00

Cura della mostra Anita Margiotta e Alessandra Grella

Enti proponenti Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale

Organizzazione e servizi museali Zètema Progetto Cultura

Catalogo Campisano Editore

Con la collaborazione di Banche tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; Lottomatica; Vodafone

Con il contributo tecnico di   La Repubblica, Atac

Info 060608 (tuttii giornidalle9.00alle 21.00)www.museodiroma.it www.museiincomune.it www.zetema.it

Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura

Giusi Alessio  +39 06 82077327+39 340 4206562 g.alessio@zetema.it


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