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Comunicato Stampa
La genesi di quest’opera è cominciata nel 2009, quando la Port Authority di New York e New Jersey, autorizzò la cessione a titolo gratuito di macerie dal World Trade Center a fondazioni, città o artisti, selezionando una quarantina di proposte tra le novemila richieste giunte da tutto il mondo.
Antonio Paradiso, unico italiano ammesso a ritirare parte dei resti di Ground Zero in base al progetto artistico presentato, li ha scelti uno per uno nel deposito dell’hangar 17 del Kennedy Airport, dov’erano
depositati. “Avevano la funzione di sorreggere la struttura,ma nell’hangar riposavano orizzontali, imitando le anime di chi con loro ha lasciato la vita”, ricorda l’artista. Non simboli ma vestigia di una tragedia epocale, che ha distrutto tremila vite e inciso per sempre nella memoria di intere generazioni in tutto il mondo, questi pezzi di metallo, che già di per sé “avrebbero raccontato senza parlare e visto senza guardare”, sono stati condotti a nuova vita grazie all’elaborazione artistica di Antonio Paradiso, che ha voluto rappresentarle in verticale, intorno o dietro un ideale tavolo, per un’ultima cena che solo nel titolo richiama quella giudaico-cristiano. «L’ultima cena globalizzata o contemporanea è lo tsunami economico mondiale – spiega Antonio Paradiso – tra economie emergenti in cerca di assestamento. Il Cristo della nuova ultima cena non è uno, ma sono tremila morti, che lanciano un monito, un avvertimento per l’intera umanità».
70 fotografie, esposte nella saletta a piano terra della corte interna di Palazzo reale, documentano la storia di questa esposizione, i viaggi dell’artista e del materiale e i progetti della scultura. Una sezione speciale della mostra è dedicata alle “Ascensioni 2011”, serie di opere realizzata con parte del materiale recuperato dall’hangar 17, meno monumentale perché per esse l’artista ha utilizzato i pezzi più piccoli che ha portato da New York; ugualmente potente, tuttavia, per significato e valenza evocativa. Queste sculture, che sintetizzano in astratto il volo di una colomba, esprimono un’aspirazione spirituale che si eleva in senso verticale per portare a tutti un forte messaggio di spiritualità . “Esprimono, al di là della morte, il rinnovamento degli esseri e la continuità della vita” (Dominique Stella).
La mostra è accompagnata da un catalogo fotografico, edito da Mudima con prefazioni di Arturo Schwarz e Dominique Stella.