Magazine Cultura

Palermo e Vucciria, i giovani e la movida, alla ricerca di qualcosa di più sensato

Creato il 27 maggio 2014 da Stupefatti
Palermo e Vucciria, i giovani e la movida, alla ricerca di qualcosa di più sensato
di Sigismondo Venceslao (leggi la prima puntata). 
La foto è di Matilde Incorpora per KillSurfCity.it (1).

Biblioteca di Lettere. Palermo. Ero oberato, annoiato o nonsochealtro dal silenzioso studio e dall'ideale universitario. Cercavo una scappatoia che mi desse un minimo di liberazione sensoriale da tutto quel sapere spicciolo e quel continuo martellamento di nozioni. Si studiava in mezzo a tanti sguardi persi e smorti. Lunghe tirate di lettura e ruminazione mentale e infine pause risicate che erano come boccate di ossigeno. Gli occhi stanchi si allontanavano un attimo dai libri che indottrinano. Libri come risposta a una società pigra e narcotizzata da finto benessere e da crisi economiche inventate e pianificate da potentati economisti che giocano soltanto il loro stupido e criminale risiko capitalistico/monetario e gestiscono più o meno consapevolmente triliardi di dollari e miliardi di vite e lo fanno con piccoli clic o tratti di penna, mentre noi ci sbattevamo per una misera borsa di studio, un Erasmus, un Leonardo o qualcosa che ci permettesse di Andare Via da Qui.

Si respirava, a volte, una voglia di scappare via. Andavo dicendo: "Ricordatevi i futuristi che si scagliavano contro l'immobilità pensosa della letteratura e volevano inondare le biblioteche!". Non lo dicevo, ho mentito. L'ho scritto fra i numerosi scritti giovanili pronti ovviamente a sfociare in libro che non arrivava mai. Sogno piacevolmente proibito di tanti, troppi giovani scrittori, tutti sicuri Bukoski o Kerouac di domani. Ma queste ore di studio comunque a qualcosa servivano. Per gonfiare i nostri ego, almeno. Per fare sentire il peso della nostra preparazione al mondo e sentirci migliori rispetto dalla gente comune. Per avere una prestigiosa preparazione umanistica che fa figo sfoggiare in società. Per farci invidiare dai nostri genitori. Per diventare snob, dandy, bohemien o viveur. Brodo di giuggiole della nascente alta borghesia palermitana ereditaria di un mondo morente e decadente. Una tensione che figliava associazioni culturali, impegno politico e aulette okkupate da 20enni traboccanti marxismo-leninismo che avrebbero fatto di tutto per farsi concedere un dottorato in filosofia dai professoroni e che poi si ritrovavano immancabilmente e inesorabilmente a lavorare nei call center per pochi euro l'ora.E poi c'era quel posto. La Vucciria (2) come il manifesto dolente e decadente di quella umanità pronta a fare tanto ma che si cullava sotto il benessere riflesso. Sabato notte. Stordimento dei sensi. Sfasamento emozionale e libido a tremila. Fra tante anime felicemente in pena (o penosamente felici) ecco la turista tedesca che ti aspetti. La tipa sfrontata che vuole conoscere il mondo e sfuggire al rigore teutonico della sua società. Allora quale posto migliore di Palermo? La tipa, in preda ai fumi alcolici, si approccia con un italiano approssimativo ma efficace.- Ciao! Io sono tedesca. Mi chiamo Ingrid. - Ciao! Io credo di essere italiano. Credo di chiamarmi Fausto. Credo di essere di Palermo.- Piacere. Ti va una canna?- Perchè no? Acchicisiamu.- Cosa?- Sprechen sizilianische?- No. Voglio imparare sizilianische!- Allora posso insegnarti un primo approccio linguisticoEcco che gli amici borgatari ti gridano in automatico: "Calaci u puippu!". La testa confusa fra Dance Hall sfrenata. Tipi che ballano e che si strusciano e che si ammuccano. Petting e schiniate. Birre e canne a go go. Adesso il quadro è completo. Per completare il manifesto dolente – uno stereotipo fatto serata e movida – ecco che si va a casa dei ragazzi Erasmus. Un scalinata fatiscente da palazzone nobiliare palermitano del 700. Stanze ricavate senza troppo criterio. Pareti decorate da poster e abiti sparsi.Consumiamo l'amplesso senza badare ai ragazzi del salone che suonano e cantano canzoni stonate e scordate. Tu sei bella come un'orchidea bianca che diventa blu. Un'orchidea bianca che diventa blu. Ora hai una reazione. Ora hai una reazione, e ti piace, non è vero? Vuoi osare? Quanti anni hai, quanti anni hai,comunque? (Sintesi tradotta della canzone Blue Orchid dei White Stripes (3), colonna sonora del racconto).La notte passa come la sbornia e ti resta un brutto sogno turbinante. Pulsazioni varie, sono solo tempie che pulsano e stordiscono i suoni. Al mattino rimonta il malessere e l'acidità. Lei neanche mi guarda e va a cambiarsi. Farfuglia qualcosa in tedesco che credo si possa tradurre con "vattene via adesso". Poi riprende a studiare, rigida e calcolatrice. Alla faccia della tipa sbandata e passionale di ieri sera.La città si sveglia da un delirio già visto. L'umanità sbandata e passionale è solo un ricordo che lascia una miriade di bottiglie vuote. Si ritorna alla vecchia vita in cerca, come sempre, di qualcosa di più sensato.NOTE 
1) La foto - di Matilde Incorpora - l'abbiamo fregata da Kill Surf City, e in particolare da questo articolo di Alessio Mirante. Da leggere anche quest'altro, sempre di Mirante e sempre sulla Vucciria. 2) StupeFatti Blog ci sta sguazzando con sta cosa della movida. Questo è già il terzo post che ci dedichiamo. Leggi questo: "Il grande crollo della Vucciria", e questo: "Vucciria, è la crocifissione di Uwe la vera opera d'arte. E lo spettacolo di una città invidiosa, stupida e senza coraggio". 3) Ecco la canzone in questione.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :