E così, Maurizio Zamparini ha sorpreso nuovamente tutti, annunciando l’ingaggio di Guillermo Barros Schelotto come nuovo tecnico, proprio quando tutti davano per fatto l’ingaggio di Fabio Viviani: in realtà l’ex collaboratore di Iachini sarà solo il vice del nuovo mister e siederà in panchina nella prima gara del post-Ballardini contro il Genoa, per dare la possibilità all’argentino di studiare la squadra prima di iniziare ufficialmente il suo ciclo da mister, e non ”sbattere” subito sulla graticola un tecnico che arriverà dal paese sudamericano solo in questi giorni.
Zamparini ha spiegato di aver scelto Schelotto perchè è un allenatore moderno, che allenerà un top club entro tre anni e voleva diventare grande in Europa, e di aver anticipato una scelta già programmata per giugno dopo l’esonero di Ballardini, sfiduciato dalla squadra e dallo stesso presidente dopo la lite con Sorrentino e la non preparazione del match contro il Verona (Zampa studia di chiedere dei danni: i presupposti per un licenziamento per giusta causa, dopo le accuse di Sorrentino, ci sarebbero tutti): l’ex bandiera del Boca Juniors è dunque il nuovo mister rosanero, ma chi è realmente Guillermo Barros Schelotto? Andiamo ora a scoprire tutto quel che c’è da sapere sul nuovo allenatore del Palermo.
Guillermo Barros Schelotto, soprannominato in patria El Mellizo in quanto ha un gemello (Gustavo, suo collaboratore al Lanus) che ha giocato ad alto livello ed assaggiato l’Europa, ha visto la maggior parte della sua carriera da calciatore legata ai colori degli xeneizes, coi quali ha vinto tutto e giocato al fianco di un certo Martin Palermo da protagonista: 6 campionati argentini tra Apertura e Clausura, 4 Libertadores, 2 Recopa Sudamericana, 2 Coppe Intercontinentali (la seconda nel 2003 contro il Milan) e 2 Copa Sudamericana, per un bottino che lo rende uno dei più vincenti nella storia del calcio argentino, ed al quale va aggiunta anche l’MLS vinta coi Columbus Crew, con cui ha chiuso la sua carriera da atleta.
Una carriera nella quale il 42enne non ha mai giocato in Europa, e nemmeno allenato nel Vecchio Continente, rendendo la sua scelta affascinante e, al tempo stesso, molto rischiosa, soprattutto se pensiamo al fatto che approderà in una squadra che lotta per non retrocedere ed a metà stagione: l’unica e decisamente proficua esperienza da tecnico di Schelotto è stata infatti in Argentina col Lanus, un club che non ha la potenza economica dei colossi d’Argentina, ma che comunque sforna talenti dal suo settore giovanile ed ha un’ottima tradizione. Schelotto qui ha emozionato tutti col suo gioco offensivo, basato su un 4-3-3 nel quale le mezzali si inseriscono con grande costanza e scompaginano i piani delle difese avversarie, e sulla velocità e la tecnica degli esterni, soprattutto su quella dell’ala destra Lautaro Acosta (reduce da un’esperienza europea fallimentare al Siviglia): un gioco bello e redditizio, dato che il Lanus è rimasto sempre nelle zone nobili della classifica e si è tolto anche lo sfizio di vincere la Copa Sudamericana, il primo trofeo continentale da tecnico del Mellizo.
Un’esperienza, quella col Lanus, che è durata fino all’8 dicembre scorso, quando al termine della stagione Schelotto ha deciso di separarsi dal club granate (dopo 3 anni) per intraprendere una carriera europea che possa portarlo a dimostrare tutto il valore: da qui il contatto con Zamparini, quel contratto per giugno e l’opportunità colta al volo di allenare subito, con Viviani a guidarlo alla scoperta di una rosa giovane e che ha al momento lotta per salvarsi.
Chissà se l’ex giocatore del Boca sceglierà di adattarsi alla rosa dei siciliani, che hanno preso Cionek e dunque sembrano intenzionati a proseguire con la difesa a tre, oppure proverà a portare subito al Palermo le sue idee ed il 4-3-3 che lo ha reso celebre: un 4-3-3 nel quale Vazquez potrebbe agire più da falso nueve, che da mezzala, e diventare ancor di più il fulcro del gioco rosanero, prima di una partenza estiva che ormai sembra inevitabile, viste le prestazioni del giocatore. Al momento però, escludendo Trajkovski e gli adattabili Quaison e Cassini (che potrebbe essere ripescato dalla Primavera, difficilmente un allenatore così abituato a lavorare coi giovani non lo proverà), mancano gli esterni nella rosa del Palermo, e dunque è ipotizzabile un intervento sul mercato per adeguare la rosa al gioco dell’argentino, oppure la sua scelta di proseguire fino a giugno col 3-5-1-1/3-4-1-2.
Zamparini e Schelotto: un binomio coraggioso, e chissà quale sarà l’apporto dell’ex Boca al calcio italiano ed europeo. Nel frattempo, proviamo ad ipotizzare lo schieramento del Palermo col suo 4-3-3, in un esercizio tattico.