venerdì 2 marzo 2012 di Gas Giaramita
Secondo una recente teoria straniera, le auto a Palermo sono tutte in cattivo stato, hanno i parafanghi caduti, hanno la vernice scolorita, gli sportelli tamponati, i fari mai del tutto funzionanti. Naturalmente, ci si chiede se sia il guidatore a crear tali danni o qualche altra motivazione si nasconda ed è importante cercare di spiegare il problema perché non si può rimanere indifferenti. Una tipica scena prevede una persona al volante, che sia una donna o un uomo non cambia nulla, il risultato è lo stesso. Il guidatore è alla ricerca di un posteggio e, trovato incredibilmente un buco dove lasciare l’auto, viene raggiunto in un battibaleno da un aiutante, una specie di guida post-patente, il parcheggiatore, che può essere straniero o indigeno: in genere, degli stranieri a Palermo ci si fida di più che degli indigeni, anche se non manca di trovare il forestiero che ha imparato a parlare il siciliano, ad usare i modi burberi e la faccia corrucciata per ovviare alla maleducata indifferenza e presunzione dei nuovi concittadini.
Si diceva, nonostante l’impegno profuso dall’Aiutante Parcheggiatore, che ricordiamo è stato offerto gentilmente dal fondo cassa del Comune, affinché il guidatore possa portare a termine la sua prova parcheggio, i “piloti” – molti palermitani hanno acquisito questa onorificenza per tutta la fortuna che gli è stata data nelle rischiosissime corse a rischio di morte – non sono degli esseri perfetti e di conseguenza cadono negli errori più semplici: accade che urtino in ripetizione e in maniera più o meno violenta sulle altre auto parcheggiate; essi, col cuore fra le mani e il dolore incommensurabile per aver sfregiato la cosa altrui, iniziano a ripetere che è stata una svista e che staranno più attenti.
Nonostante tutto, il parcheggiatore, affannato per l’impegno e alla costante ricerca di altre anime da guidare, riceve il suo giusto compenso e con un sorriso ti ringrazia. Ma può succedere che il palermitano non sia d’accordo e nella sua mitologica fiducia nelle proprie capacità, trovi le motivazioni per farcela da solo, schivando (e schifando) in ogni modo l’operato degli “angeli delle strisce blu”.
Questi ultimi sono disposti a farsi centinaia di metri per soccorrere un’auto in difficoltà e riuscirebbero a trovare una sosta a qualsiasi auto anche in capo al mondo, solo per permettere al cittadino di svolgere al meglio la sua esistenza.
Molto spesso accade, invece, che individui senza dignità non abbiano alcun riguardo verso questi angeli e per questo incappano nella cattiva sorte, dettata da Santa Rosalia, che oltre che glorificare la città, può se vuole, punirla delicatamente – i palermitani devono imparare in qualche modo – attraverso i suoi parcheggiatori: essi possono scegliere di manomettere le ruote, infilando i chiodi sulla gomma o possono al limite disegnare lunghe righe sulla carrozzeria.
È stato rilevato da studi molto complessi che, unendo tutte le strisce che sono state rinvenute sulle auto nostrane, si possa dar vita a una immensa scritta che potrebbe ricoprire Monte Pellegrino, assolutamente di grande impatto: W Santa Rosalia!
Forse alcuni studiosi hanno troppe pretese, ma è certo che sarebbe un’ottima manifestazione dell’amore della Santa nei confronti di una città che tanto soffre e che negli ultimi tempi sembra aver perso la sua fede.
Ma, ritornando alla teoria straniera delle auto panormite, bisogna segnalare un paragrafo che punta il dito sulle motivazioni altresì demoniache che starebbero a capo di alcuni gesti inconsulti osservati sui guidatori, attraverso telecamere a circuito chiuso. E qui c’è ancora lo zampino obnubilatore del sommo dio degli inferi.
Essi aprono lo sportello senza curarsi del prossimo o urtano contro le fiancate delle altre auto parcheggiate accanto, e al contempo, come se non fosse successo nulla, gli individui fanno finta di nulla, non si struggono come nel caso precedentemente esposto, ma fanno finta di niente, i loro sguardi diventano fredde lastre di ghiaccio senza espressioni; poi, come se volessero dimenticare il fatto e andare avanti, prendono il cellulare e iniziare a chiamare forsennatamente qualcuno.
Questo comportamento non è logico e contiene qualcosa di apparentemente impiegabile, visto che i guidatori hanno sfregiato anche la loro carrozzeria e non la guardano neppure. Per questo, scienziati ed ecclesiastici, preoccupati del probabilissimo zampino obnubilante, si sono trovati d’accordo sull’affiancamento di personale specializzato che faccia da supporto psicologico, o religioso (in base ai casi), agli allievi durante le lezioni di scuola guida e sopratutto quando effettuano le prove in strada con l’assistente. Oltre al foglio rosa, prontamente affidato, si terrà conto, con la nuova direttiva, della firma delle istituzioni, la quale attesterà così la buona salute e la buona condotta morale del palermitano, sempre fedele a Santa Rosalia e ai parcheggiatori.
Quando si abita per tanto tempo a Palermo, si dimentica la valenza della pesantezza dei cibi e l’odore di frittura che avvolge come una cappa la città. Altro che smog, al primo posto nella classifica dei fattori di inquinamento della città abbiamo i fumi sprigionati dalle innumerevoli padelle a cielo aperto che assieme a quelle ad uso privato, riempiono la zona di un’aria irrespirabile in estate e di un cielo pesante nelle stagioni fredde, nelle quali raggiunge alti livelli di criticità e tossicità quando si manifesta il raro (ma ormai sempre più frequente) cielo giallo. Gli individui che lavorano come dipendenti dell’industria della Friggitoria Palermitana, in sostanza quelli che si vedono per strada, sono persone di tutto rispetto, che sono state prescelte per la loro insensibilità ai fumi e agli odori delle loro fritture, così che possono avere una vita normale con i loro corrispettivi partner senza avere addosso alcun odore sgradevole. Al contrario, nelle case palermitane, dove si può tastare con mano la triste realtà dei fatti, le fritture sono non solo frequenti, ma oggetto di festa e bontà, nonostante alcuni studi recenti pongono sempre di più l’attenzione su alcune gravi conseguenze provocate dal fenomeno in circostanze ripetute: la prima è la causa di dissidi coniugali poiché l’attività sessuale subisce delle dure battute d’arresto imprevedibili nell’uno e nell’altro componente della coppia; poi si parla di forti sbalzi d’umore e sopratutto di forti dolori intestinali , un mix micidiale che è causa di periodi di lunga alienazione nei confronti del mondo esterno.
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